A cura della Redazione
“I custodi degli Scavi di Pompei sono i primi a promuove il sito”. Replica Antonio Pepe, segretario Cisl, a chi accusa il sindacato (a causa delle assemblee per le feste di Pasqua) di danneggiare, con le conseguenze che ne derivano, l’immagine del sito culturale vesuviano più visitato in Italia. Le assemblee dei sindacati fanno forse più danno all’economia dei muri che crollano. E’ la sintesi dei commenti pubblici conseguenti alle convocazioni di assemblee che potrebbero danneggiare il turismo primaverile. “Gli Scavi di Pompei sono sempre primi in promozione culturale a partire dal 1989, quando furono stipulati accordi sindacali di apertura al pubblico il lunedì, seguiti dall’allungamento dell’orario giornaliero e dall’apertura nei festivi. Ne deriva che Pompei è, attualmente l’unico museo del Ministero per i Beni, le Attività culturali e il Turismo che resta aperto 365 giorni l’anno. Nel 2013 gli Scavi di Pompei hanno accolto 2.443.324 di turisti incassando 20.559.586,50 euro. Il 10% di questa cifra è stata introitata nelle 52 giornate di apertura straordinaria del lunedì. La conclusione di Pepe è immaginabile. A fronte del sacrificio di tenere gli Scavi aperti più a lungo e per più giorni i custodi della soprintendenza di Pompei chiedono di concordare incentivi con la Direzione degli Scavi. Ecco perché quando il soprintendente archeologico Massimo Osanna convoca i sindacalisti per aprire le visite dei turisti a 3 nuove domus, loro rispondono “dobbiamo prima sentire il parere dei lavoratori. “ Nelle aziende private, di fronte a un maggiore impegno, si eroga ai dipendenti un “premio di produttività”, ai lavoratori degli Scavi di Pompei un tale incentivo é negato – Spiega Pepe – inoltre essi sono denigrati ogni qualvolta fanno assemblea per chiedere il rispetto dei loro diritti. La rivendicazione del Sindacato consiste pertanto nell’incremento del salario commisurato a quello degli incassi che derivano dalle aperture “straordinarie” degli Scavi di Pompei”. L’obiettivo del sindacato, ha spiegato Pepe, non è di tornare indietro, ripristinando la chiusura settimanale, ma di far crescere e consolidare il sistema finora sperimentato, anche attraverso l’adozione di un sistema di valutazione delle prestazioni individuali e di politica degli incentivi differenziati. MARIO CARDONE Twitter:@ mariocardone2