A cura della Redazione
Nell’attesa che si completi la gara per l’appalto del servizio di nettezza urbana a Pompei, ferma a causa di un ricorso da parte di due ditte partecipanti (su cinque) che sono state all’apertura delle buste escluse, riparte l’appello “emergenza rifiuti” delle famiglie residenti nelle periferie. Si lamentano dei miasmi che dai cumuli di rifiuti, vere e proprie montagne inquinanti, arrivano alle case dei pompeiani. Si tratta di una minaccia alla salute che ancora non riceve un fermo contrasto. Si aspetta, probabilmente, che anche sul versante pompeiano del Vesuvio vengano effettuati accertamenti sanitari per le statistiche del registro tumori che hanno, purtroppo, reso famosa la terra dei fuochi. Con l’avvicinarsi del caldo estivo, mentre non si riesce a trovare una soluzione definitiva al problema inquinamento ambientale, anche perché le forze dell’ordine (carabinieri, pubblica sicurezza e vigili urbani) hanno altre priorità (come la lotta alla prostituzione ed il controllo della sicurezza con fermi stradali) rispetto all’emergenza ambientale. Fenomeno che a Pompei sta progressivamente rientrando nel campo della delinquenza. Per quanto riguarda, poi, la Guardia Provinciale, la sua presenza sul territorio di Pompei (dove è stabilita la sede del comando presso la Civita Giuliana) non assicura speranze di maggiore disponibilità. I pompeiani hanno capito che la presenza del Corpo sul territorio mariano è meramente formale ma non comporta alcun vantaggio aggiuntivo. Del resto poco distante dal sito del Comando della Guardia Ambientale permangono cumuli di rifiuti abbandonati per mesi interi prima di essere rimossi. Nei casi in cui è partito l’intervento, come in contrada di Tre Ponti, nel viadotto alle spalle della scuola elementare sovrastante il canale Conte di Sarno, sono stati lasciati pezzi di amianto ed altri rifiuti speciali che richiedono un’apposita procedura di prelievo (con l’intervento, appunto, della Guardia Provinciale ambientale). Cumuli enormi di spazzatura a via Molinelle, nella traversa sterrata che porta nel rione Mariconda, a Pontenuovo e via Moregine. Risulta che il commissario prefettizio abbia fatto un giro del territorio in auto per rendersi conto della situazione. Qualche rifiuto successivamente è stato prelevato ma il problema sussiste perché c’è bisogno di uno sforzo preordinato e ripetitivo. Oramai a Pompei è tempo di roghi. Con l’avvicinarsi dell’estate, l’area per la popolazione diventa irrespirabile a causa dei fumi tossici derivanti da roghi inquinanti delle campagne, ma non sono solo sterpaglie e materiale agricolo. Risulta che gli accertamenti sanitari sono arrivati ai margini al Parco Nazionale del Vesuvio. Si attende di verificare il dato al “traguardo” di Pompei, con la speranza che non sia troppo tardi. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2