A cura della Redazione
Scavi di Pompei: ancora due crolli nel corso della nottata. Sono stati segnalati dai custodi che li hanno scoperti nel giro d’ispezione che fanno la mattina. La causa dei cedimenti è stata l’infiltrazione d’acqua a causa delle forti piogge degli ultimi giorni. I crolli hanno riguardato resti dell’antico Tempio di Venere (già transennato e visibile da porta Marina, all’esteno delle antiche mura) e il muro di contenimento di una tomba della necropoli di Porta Nocera. Parliamo di tombe site lungo il percorso dell’area meridionale del parco archeologico. La Necropoli di Porta Nocera è visibile anche dal centro della città moderna (via Roma). Le incessanti infiltrazioni di acqua piovana producono cedimenti nei fabbricati di recente costruzione, figuriamoci i muri di Pompei con duemila anni di vita. Il fatto è che questi episodi negativi, che riguardano il più importante museo archeologico del Paese, scandiscono i tempi di ritardo di una complessa macchina burocratica che è stata messa in piedi con molte buone intenzioni dopo il crollo della Schola Armaturarum (6 novembre 2010). Essa doveva risolvere parzialmente gli arretrati in materia di restauro di edifici pubblici e privati usurati dal tempo, mentre non riesce neanche ad affrontare l’emergenza. Per esempio ci si chiede dopo questi due crolli quanto tempo ci vorrà perché una squadra di operai metta in sicurezza le mura che hanno subito cedimento in modo che il danno non aumenti. Invece degli operai è partita la convocazione di tavoli tecnici. Il parere della gente è che la politica si serva dell’emergenza negli scavi di Pompei per conquistare i riflettori dei circoli mediatici. Il neo ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha convocato d´urgenza, una riunione operativa dopo aver ricevuto per telefono le prime notizie da Pompei. Per martedì prossimo è stato convocato un tavolo tecnico. Per quel giorno sarà pronto il rapporto esatto sull´accaduto, redatto da archeologi di Pompei sulla base di sopralluoghi sui siti dove si sono verificati i due crolli. Al momento, dirige le operazioni per la Soprintendenza di Pompei il direttore generale Mibact Luigi Malnati, nell´attesa che sia conferito l’incarico ufficiale a Massimo Osanna (sulla sua nomina da parte di Bray pare sia stato presentato ricorso al Tar). Il problema vero a Pompei è quello di avviare un programma minimo di ordinaria manutenzione. Nel frattempo dovrebbe finalmente decollare il Grande Progetto Pompei che fino ad ora ha al suo attivo la consegna di un solo cantiere (Criptoportico) su cinque, avviati mentre ne sono stati preventivati 34. Una nota stampa del Mibact informa che alla riunione fissata per martedì 4 marzo alle ore 10.30 parteciperanno, con il ministro Franceschini, il soprintendente incaricato. Massimo Osanna, il direttore generale delle antichità. Luigi Malnati, il direttore generale del Grande Progetto Pompei, Giovanni Nistri. MARIO CARDONE