A cura della Redazione
Meglio tardi che mai. Così recita il vecchio adagio. Ma la replica degli amministratori (consiglieri comunali ed assessori) rimasti accanto a DAlessio nei giorni dellestromissione dal potere locale mentre, al contrario, cinque altri consiglieri di maggioranza hanno abbandonato in anticipo la barca che affondava, è arrivata tardiva e in forma ermetica che sembra una meditazione filosofica sul paradosso della politica anziché la corretta informazione al corpo elettorale sui reali motivi dello scontro dentro la maggioranza politica di Pompei. Andiamo per ordine. Non è stato molto convincente il documento dei consiglieri comunali dissenzienti della maggioranza che hanno parlato di Potere decisionale scambiato per potere assoluto che avrebbe fatto venir meno le basi della democrazia interna, comè scritto su un documento che ha fatto dimettere in anticipo DAlessio da sindaco di Pompei. In calce erano state apposte le firme di Ametrano, Cipriano, Cirillo, Conforti, Malafronte, Marra e Matrone. I primi due si erano dissociati in anticipo rispetto alla presa di posizione degli altri cinque. Nel loro comunicato è spiegata anche la denuncia dellostracismo estremo e subdolo del primo cittadino nellosteggiare la candidatura di Tortora. Un candidato a sindaco che è stato nominato più per sondare il terreno che per reale volontà di appoggiarlo nella prossima tornata elettorale. In ogni caso dopo quella dichiarazione ha regnato il silenzio sullo scenario politico, interrotto dalla dichiarazione alla stampa locale del dirigente provinciale del Partito democratico Lo Sapio, che ha spiegato in unintervista che tra i motivi che hanno fatto licenziare DAlessio in anticipo era compresa lesigenza di fermare l´iter della gara dappalto di parcheggi e ticket bus. A questo punto Carmine Cirillo (capo carismatico dei dissidenti) ha ribattuto: Lo Sapio non ci rappresenta. Qualche giorno dopo è stato diffuso un volantino a firma DAlessio e fedelissimi (si fa per dire) in cui è contenuta una sola parola significativa: opportunista, che da sola non basta a chiarire il ribaltino. Perché allora non si parla chiaro? Perché nessuna delle due ali contrapposte della maggioranza vuole uscire allo scoperto? A questo punto le ipotesi sono due: alla base dello scontro che ha determinato lo scioglimento anticipato del consiglio comunale ci sono motivi banali, oppure essi sono inconfessabili alla platea degli elettori.
MARIO CARDONE
Twitter: @mariocardone2