A cura della Redazione
Mentre si attende al Comune di Pompei l´arrivo del commissario prefettizio, prende corpo la preparazione della campagna elettorale che culminerà nelle elezioni amministrative di maggio. Il quadro che ne emerge, dopo la sfiducia del 5 gennaio al sindaco Claudio D’Alessio, sancita da quattordici consiglieri comunali, è la frammentazione in tre spezzoni della vecchia coalizione. Ognuno di essi è formato da aspiranti consiglieri comunali che coprono quasi l’esistente totale, dal momento che la minoranza storica è di soli due consiglieri comunali. I tre spezzoni di maggioranza in campo aggregano altrettante formazioni di quattro o cinque soggetti politici tra ex consiglieri ed assessori, a cui fanno riferimento le nuove leve dei politici rampanti e gli eterni sconfitti (vale a dire quelli che perdono ad ogni tornata elettorale ma ci riprovano puntualmente). La novità è rappresentata dall’entrata in campo dell’associazionismo territoriale e professionale che, salvo qualche eccezione, non ha prodotto molto ma è valso più che altro come espediente per sostituire i partiti tradizionali. Neanche questo versante della politica sembra in grado di cambiare gli equilibri preesistenti innovando il ceto dirigente con facce e metodi di governo nuovi della città. Ne deriva che le nuove liste elettorali dovranno allearsi forzatamente a quelle tradizionali, che annoverano al loro interno i vecchi marpioni della politica. Quelli, per intenderci, che in barba ad ogni principio di rinnovamento non ci pensano nemmeno a lasciare, gettando così alle ortiche un patrimonio di relazioni coltivate negli anni. Alla fine, la componente (delle tre in campo) che riesce ad allearsi con una delle due rimanenti vincerà probabilmente le elezioni. Sull’elettorato pompeiano potenziale di circa ventimila votanti sono necessari sette-ottomila consensi per affermarsi nei confronti dello spezzone della vecchia maggioranza, che resterà senza alleati perché considerata perdente dall’opinione pubblica. In questo senso le manovre sono già partite. Da un punto di vista logico dovrebbe essere naturale l’alleanza tra i due tronconi di ex amministratori che hanno firmato la sfiducia a D’Alessio dopo averne progressivamente eroso il consenso nella società civile. Corrono anche le voci a favore di questa ipotesi, ma l’esperienza dice che la politica preferisce binari diversi dalla logica pervenendo a conclusioni impensabili. Gli avversari di ieri possono diventare gli alleati di domani. E’ probabile un colpo di coda del gruppo D’Alessio-Avino-Serrapica, che con lo scioglimento dell’amministrazione ritrova libertà di movimento mentre prima era costretto alla prudenza. Nel frattempo impazza a Pompei la lista dei presunti candidati sindaco. Se prima mancavano i nomi ora sembrano anche troppi: in prevalenza medici ed avvocati, che dovranno investire una cifra considerevole nella campagna elettorale. Si anticipa il nome di qualche urbanista e di rappresentanti eccellenti del mondo della scuola: insegnanti di prestigio ma anche dirigenti scolastici. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2