A cura della Redazione
Una volta sottoscritta la sfiducia al sindaco Claudio D’Alessio, colpisce in questi giorni, prima della fase commissariale dell’Amministrazione del Comune mariano, l’estrema prudenza (o, meglio, riserbo) nelle dichiarazioni politiche, distinte per livelli di vicinanza al sindaco, che è stato delegittimato il 5 gennaio scorso, con cinque mesi d’anticipo rispetto alla scadenza naturale del suo secondo mandato. L’unico comunicato ufficiale (tra l’altro solo parzialmente diffuso) è stato emesso dai sette consiglieri comunali che più recentemente hanno abbandonato la maggioranza perché, come essi stessi hanno fatto notare, c’è stata un’emorragia continua di adesioni a partire dall’inizio del secondo mandato D’Alessio. Il primo cittadino e gli alleati che sono rimasti con lui (quelli che non hanno firmato la sfiducia), al momento non hanno replicato. Del resto i motivi addotti nel documento dai sette dissidenti disegna un contrasto interno nato quasi esclusivamente da rapporti strategici, mentre per la gestione corrente l’unico riferimento è all’assolutismo del primo cittadino, che avrebbe trovato un risoluto contrasto a cinque mesi dalla fine del suo mandato. Non si manda a casa un esecutivo cittadino perché non c’è l’accordo sul candidato per le elezioni del prossimo maggio. Si tratterebbe di autolesionismo. Nessun politico esperto (come i firmatari) farebbe un errore del genere. Forse c’è dell’altro che si preferisce non mettere in piazza per non scoprire le carte in anticipo. Sull’argomento l’opinione della gente è che potrebbe essere in corso qualche contatto segreto per ricucire qualche rapporto in prospettiva elettorale, o creare nuovi collegamenti politici. Nessuno gradisce intrusi in fasi così delicate. In contemporanea vige l’obbligo di mantenere la trasparenza amministrativa nei riguardi dei cittadini che pagano le tasse e possono non riconfermare il mandato alla prossima occasione. Potrebbe succedere domani di sapere di alleanze fra personaggi che oggi sono schierati in campo opposto. In politica tutto è possibile. L’avversario di oggi può diventare l’alleato di domani. Probabilmente nessuno dei consiglieri comunali che hanno aspirazione a competere per un seggio nella prossima campagna elettorale (praticamente tutti gli uscenti meno uno), intende dar fuoco per primo alla miccia della discordia, pregiudicando in anticipo alternative insondate in un quadro politico complessivo che potrebbe presentarsi più conveniente. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2