A cura della Redazione
I frequenti reclami della popolazione di Pompei per i fumi tossici che appestano l’aria delle private abitazioni a causa dei roghi accesi nelle aree periferiche, prevalentemente nella zona sud, hanno messo in campo un legittimo interrogativo della popolazione locale: ”Il territorio di Pompei rientra nella terra di fuochi?”. La domanda è legittima. Se la pongono da qualche anno molti residenti che vivono nelle realtà semi urbanizzate della città famosa per il monumento archeologico ed il Santuario consacrato alla devozione del Santo Rosario. Fuori dal centro, la realtà è molto diversa, spesso immersa nel peggiore degrado. Sull’argomento le autorità civili sono silenti. Si aspetta evidentemente per muoversi che parta anche in questa area un’inchiesta della magistratura che, a quanto pare, non dovrebbe tardare. Le forze dell’ordine, al contrario, stanno assumendo progressivamente una maggiore sensibilità verso problema. In particolare, il maresciallo capo dei carabinieri, Tommaso Canino, comandante della locale Stazione dell´Arma, ha chiesto collaborazione ai cittadini residenti di Pompei, che significa denunciare (telefonando al 112) con tempestività i roghi illegali dovunque essi siano stati attinti, in modo di mettere in moto un’azione congiunta di carabinieri e vigili del fuoco per frenare il fenomeno ed avere la possibilità di indagare, prima che sia troppo tardi per la salute della gente, se dietro questi atti ci sia criminalità come nel caso dell’area nord di Napoli e nel Casertano. Fuori dal centro storico, Pompei mantiene una connotazione prevalentemente agricola. Anche se il dilagante abusivismo ha fatto sì che molte aree siano state col tempo parzialmente urbanizzate. In esse attualmente convivono le abitudini del mondo prettamente rurale (tra le quali accendere un fuoco con le sterpaglie) con quelle dei moderni condomini con palazzi che contengono mediamente una decina di famiglie. C’è inoltre da osservare che le aree periferiche sono limitrofe a (purtroppo) famose discariche regionali ed aree altamente inquinate, tra le quali merita una citazione a parte la spiaggia di Rovigliano. Inoltre, ci sono perieferie di Pompei dove vengono depositati continuamente rifiuti inquinanti. Ci riferiamo alle arre di Civita Giuliana, Fossa di Valle e Pontenuovo, in cui, in prossimità del Mercato dei Fiori, si trova un fondo sequestrato al boss della camorra locale (attualmente in carcere) che è stato messo sotto sigillo più di una volta a causa dei frequenti roghi di copertoni e materiali di risulta di tipo agricolo ed industriale. Bisogna indagare in prossimità di quelle aree e colpire per tempo l’illegalità. MARIO CARDONE foto di archivio