A cura della Redazione
Due avvisi di garanzia sono stati notificati, relativamente ai due incidenti avvenuti negli ultimi giorni all´interno del camposanto di Pompei (uno dei quali ha portato alla morte della settantacinquenne Antonietta Testa), ai responsabili dell’ufficio tecnico comunale. Si tratta di iniziative della magistratura di Torre Annunziata, che segnano il via dell’indagine giudiziaria che deve stabilire se questi episodi sono la conseguenza del caso o, al contrario, dipendono dalla responsabilità diretta delle imprese edili che hanno effettuato i lavori all’interno del cimitero e dalle omissioni di controllo a tutela dell’utenza da parte degli uffici comunali preposti al settore. Nello stesso tempo giace sotto sequestro, nella sala funeraria del cimitero di Castellammare di Stabia, la salma di Antonietta Testa. Non può essere trasferita (ed interrata) al camposanto del suo paese d’origine (Pompei) prima dell’autopsia che avverrà nei prossimi giorni. Nell’occasione si dovrà accertare, nei termini della prescrizione processuale, la causa della sua morte. La magistratura dovrà stabilire le responsabilità del decesso dal punto di vista delle competenze tecniche ed operative che risiedono nell’attività dei privati e dei dirigenti amministrativi. Altra cosa sono le responsabilità politiche all’origine di questo stato di cose. Esse magari non sono oggetto di vaglio legale, ma saranno severamente giudicate dagli elettori. Secondo alcuni c’è la responsabilità di tutta una generazione di classe dirigente, rea di aver abbandonato nel degrado, da anni, l’estrema dimora dei pompeiani, vero e proprio luogo di culto per la popolazione locale. Sull’argomento sarebbe opportuna una riflessione da parte del capo spirituale della comunità. Chi ha memoria lunga ricorda il conflitto del consigliere comunale Antonio Tucci (non rieletto in questa fase amministrativa) ed i colleghi di maggioranza, che non persero tempo ad isolarlo ed allontanarlo dalla stanza dei bottoni proprio perché aveva stigmatizzato sulla stampa e pubblicamente l’iniziativa di lasciare intenzionalmente (secondo lui) il cimitero nell´abbandono totale. Non a caso, all’epoca dei fatti di cui parliamo, operava nel camposanto di Pompei un solo operaio (successivamente abbiamo anche capito come mai non protestava). Tucci, che era stato delegato dal sindaco al comparto, fu, a suo dire, ostacolato in ogni sua iniziativa perché si puntava a dare in appalto, successivamente, la gestione del cimitero. Sarà un caso ma si è verificata la sua profezia. Ora lui si farà forte di questo argomento nella prossima campagna elettorale, mentre i politici dell’attuale maggioranza, anche se schierati in altri raggruppamenti (specie chi ha fatto l’assessore o il delegato) dovranno fornire la loro versione che giustifichi l’abbandono del cimitero ed una ripartenza successiva non certo brillante nella gestione privata dei servizi, che dà origine ogni giorno che passa a lamentele e reclami da parte della popolazione. Ultimo il caso delle crocette a pila, espediente inventato dalla povera gente per non venir meno alla devozione dei defunti anche in questo difficile periodo in cui dieci euro di aumento del servizio rappresentano un peso insostenibile. MARIO CARDONE