A cura della Redazione
E’ possibile anche a Pompei l´impegno diretto dei cittadini all’amministrazione della città. C’è una legge della Repubblica italiana che lo prevede. Apre la partecipazione dei cittadini-contribuenti alle iniziative della propria comunità mediante quesiti abrogativi, propositivi e/o consultivi su problematiche su cui frequentemente si dibatte nei bar o sui marciapiedi di Pompei, senza la possibilità di poter incidere. Una volta conquistata la fatidica “poltrona”, i politici cominciano frequentemente a tessere oscure trame che tutto riguardano tranne che gli interessi dei cittadini. Cosa che sarebbe possibile tastando il polso all’opinione pubblica direttamente, dal momento che anche i partiti sono diventati dei fossili inutili e non servono più da tramite come una volta. Parcheggi, traffico, trasporto pubblico, rifiuti, vigili urbani, servizi sociali, ambiente, lavori pubblici e beni comuni sono tutti argomenti su cui ognuno potrebbe dire la propria solo se il Comune di Pompei si decidesse a regolamentare il funzionamento dei referendum. A tanto punta la pressione del movimento 5 stelle di Pompei che al momento non ha raggiunto risultati apprezzabili se non cortesi risposte dilatorie. Al contrario, con i tempi che corrono, è urgente rendere protagonista del futuro di Pompei ogni cittadino onesto che paga le tasse. Con la trasparenza dovremmo anche sapere quali sono i contribuenti onesti. Per cominciare potrebbe essere utile chiedere a chi si candida alle prossime elezioni amministrative di rendere pubblica la propria dichiarazione dei redditi. Sul versante opposto si assiste ad un lacerante botta e risposta sulla tematica della regolamentazione dei referendum che assomiglia tanto al precedente, già registrato, che riguarda la trasmissione diretta via internet dei consigli comunali. “Faremo noi, stiamo provvedendo”. Il solito pollice alzato che oramai dovrebbe esser ingessato. Intanto il tempo passa e rimane un immobilismo umiliante in tema di trasparenza. Tanto per essere chiari, ad un preciso recente invito del MoVimento 5 Stelle riguardo alla regolamentazione dei referendum, l’Amministrazione comunale ha risposto che al più presto l’argomento sarà trattato dalla prima commissione. Fatto sta che il presidente indicato è il consigliere comunale Luigi Ametrano, che ha appena sbattuto le porte in faccia alla maggioranza di Claudio D’Alessio. Figuriamoci se a fine mandato si mette ad esercitare una funzione che probabilmente gli sarebbe contestata dagli ex compagni di coalizione politica. MARIO CARDONE