A cura della Redazione
Varata l’autonomia gestionale di Pompei rispetto a Napoli e la creazione di una figura manageriale che gestisca i finanziamenti europei per il recupero dell’area, ora il Ministero dei Beni Culturali deve procedere senza indugio a reperire mano d’opera per la sua tutela (custodi) e per il restauro ordinario (operai). Questo è il punto di vista del sindacato Cisl. Il decreto Legge “Valore Cultura” fa ritornare in campo la Soprintendenza Speciale per Pompei, soggetto che opera a livello territoriale per il Ministero dei Beni Culturali, dotato di due figure apicali: un sovrintendente per la direzione scientifica ed un direttore generale, che con il suo staff farà viaggiare nei tempi giusti e nei termini di legge il “Grande Progetto Pompei”, che punta all’appalto di una serie di opere pubbliche di restauro e di messa in sicurezza dell’intero parco archeologico. “L’accorpamento della Soprintendenza di Pompei con quella di Napoli ha determinato il fallimento gestionale ed ha arrecato solo danni a Pompei” - dichiara un comunicato sindacale della Cisl, che spiega che per far riavere a Pompei la “sua” Soprintendenza sono state necessarie al Sindacato una serie di dure denuncie sull’incuria esistente nell’area archeologica ed una lotta sindacale senza quartiere per sensibilizzare del problema le istituzioni e la società civile -. Sono stati necessari anche un Ministro ed un Governo che sapessero ascoltare le nostre istanze per arrivare alla soluzione del problema, partendo dall’origine di tutti i mali". Che per il sindacato Cisl (e non solo) deriva dall’accorpamento dell’archeologia vesuviana a quella di Napoli. Creata la soprintendenza ora si dovrà passare al più presto alla nomina del suo responsabile. Pepe sindacalista pompeiano della Cisl non fa nomi (anche se tutti sanno dei duri contrasti tra la Cinquantaquattro ed i sindacati) ma si limita a chiedere un soprintendente a tempo pieno per Pompei. Il primo problema importante da affrontare sarà l’assunzione di giovani da impegnare negli scavi archeologici di Pompei come custodi e come operai per provvedere alla manutenzione ordinaria. MARIO CARDONE