A cura della Redazione
Si accendono i riflettori sugli scavi archeologici di Pompei solo in concomitanza di stanziamenti di fondi per finanziare il loro restauro. E’ quello il momento in cui si mettono in azione gli "sciacalli" che cercano di sfruttare la situazione. Questo è, in sintesi, il punto di vista dei sindacati Cisl e Uil, che concordano parzialmente con le recenti dichiarazioni della soprintendente archeologa Teresa Elena Cinquantaquattro, mentre esprimono un giudizio profondamente negativo sulla sua gestione. Le rappresentanze dei lavoratori (custodi, amministrativi e tecnici) degli scavi di Pompei hanno intenzione d’indire una conferenza stampa per spiegare ad operatori e comuni cittadini che la mobilitazione dei dipendenti della Soprintendenza ha lo scopo di sollecitare misure urgenti di miglioramento del sito archeologico e delle sue forme di valorizzazione. Il sindacato, allo stesso tempo, intende restare fuori dalle diverse forme di partecipazione che mascherano interessi reconditi. «Non siamo disponibili al tentativo di influenzare l’opinione pubblica per riproporre la gestione commissariale, che è stata recentemente proposta da Pugliesi (Unesco) - hanno dichiarato i responsabili dei sindacati locali -. Denunciamo da tempo sempre gli stessi problemi, anche se nel frattempo sono cambiate le forme di gestione». Le lamentele riguardano il numero custodi, insufficiente per garantire sia la fruibilità che la sicurezza del parco archeologico pompeiano, la sua manutenzione ordinaria ed una efficiente organizzazione del lavoro che tenga conto del personale complessivo a disposizione dei tecnici, conseguentemente all’unificazione delle Soprintendenze di Napoli e di Pompei. A Pompei il personale di vigilanza è stanco di subire. Ogni custode è responsabile quotidianamente di un’area di circa 35mila metri quadrati. Molti di loro sono costretti a ricoprire (a causa della mancanza di personale) fino a tre posti di guardia contemporaneamente, anche se sono presenti in loco decine di migliaia di turisti. La cosa comporta un impegno superiore cinquanta volte i parametri ordinari stabiliti dagli accordi contrattuali. Altro vecchio argomento riguarda la presenza di amianto nella struttura delle palazzine prefabbricate di via Villa dei Misteri, adibite ad uffici. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2