A cura della Redazione
L’assemblea dei lavoratori del Ministero dei Beni Culturali, che si è tenuta venerdì 28 giugno presso l’area archeologica di Pompei, si inserisce nell’ambito di uno stato di agitazione proclamato dal sindacato nazionale al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di abbandono in cui versa il settore. Le organizzazioni sindacali hanno emanato un comunicato che fa il punto delle questioni urgenti oggetto di discussione e di dibattito a tutti i livelli, che negli scavi archeologici di Pompei assumono una valenza emblematica a causa dell’importanza del sito visitato ogni anno da due milioni e mezzo di turisti. Le questioni all’ordine del giorno riguardano il blocco del turn over del personale; l’accorpamento delle Soprintendenze di Napoli e Pompei a monte del suo attuale fallimento gestionale; il blocco di accordi nazionali che hanno consentito l’ampliamento dell’offerta di servizi turistici; gli arretrati economici di nove mesi; i ritardi della riqualificazione del personale; la proroga del rinnovo del contratto di lavoro del 2009; le lentezze burocratiche nell’assegnazione delle gare d’appalto alle ditte titolari di servizi aggiuntivi come bookshop, guardaroba e punti di ristoro; i ritardi nell’impiego dei fondi per il recupero e la valorizzazione di Palazzo Reale. E, più nello specifico, il degrado degli Scavi archeologici di Pompei, evidenziato dalla recente relazione degli Ispettori dell’Unisco. A Pompei sono state trovate 50 domus su 73 chiuse al pubblico, oltre ad infiltrazioni d’acqua che mettono a rischio la stabilità delle case e la tutela degli affreschi. A ciò si affianca la costante e graduale diminuzione del personale di tutte le qualifiche. CGIL, CISL e UIL ritengono che gli interventi del “Grande Progetto Pompei”, in assenza di un piano strategico strutturale che offra risposte urgenti ai problemi della conservazione, della tutela e della valorizzazione, rischiano di fallire nell’intento di restaurare la città antica. Ribadiscono, inotlre, la necessità di investire nell’occupazione fornendo risposte valide al personale. Le lavoratrici ed i lavoratori dell’area archeologica di Pompei, unitamente ai loro colleghi di tutti i siti archeologici, museali, degli Archivi e delle biblioteche, hanno riaffermato la determinazione a proseguire la vertenza intrapresa per riportare la questione Beni Culturali al centro dell’agenda politica del Governo e del Parlamento. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2