A cura della Redazione
Revisionare le tariffe per la sepoltura in terra consacrata, le onoranze funebri e costi accessori per una dignitosa collocazione dei propri defunti, significa per l’Amministrazione comunale di Pompei toccare un nervo scoperto del corpo dolente di una popolazione che ai propri morti ci tiene. Specialmente per i ceti più popolari, il culto dei defunti è al primo posto in un contesto religioso che trasforma quasi in un motivo per la vita ciò che resta del ricordo e del legame affettuoso tra marito e moglie o tra padre e figlio. Un legame che non si appanna ma continua a vivere nelle piccole attenzioni, a riprova della saldezza dei sentimenti di appartenenza: un mazzo di fiori nelle ricorrenze più importanti o la fotografia più riuscita del proprio congiunto, incorniciata in bella posta in un marmo lucidato con le lacrime, sul quale le scritte dorate testimoniano il dolore indescrivibile del distacco. Insieme alla sofferenza permane la speranza del ricongiungimento assicurata ai credenti dalla fede cattolica. Naturale quindi che il tema delle tariffe, scaturite da uno studio di fattibilità, è diventato argomento di un dibattito appassionante in Consiglio comunale, anche se l’argomento, come ha fatto notare Arpaia (Pdl) non figurava all’ordine del giorno. Il protagonista, per l’opposizione, è stato il consigliere comunale Raffaele De Gennaro di Alternativa Pompeiana, che ha dimostrato con una tabella che le tariffe non son più le stesse. Sono aumentate, in qualche caso anche a livello esponenziale. Altro argomento: l’appalto alla ditta Mirca presenta alcuni lati oscuri; infine, la procedura per fissare le nuove tariffe non sarebbe valida in quanto deliberata in giunta anziché in Consiglio comunale. Le riposte del sindaco Claudio D’Alessio (foto) e del dirigente del Settore, Nunziata, sono state di segno opposto. Secondo loro le tariffe sarebbero invariate dal 2011, salvo qualche servizio prima non contemplato. L’Iva avrebbe fatto lievitare i prezzi. Inoltre ci sarebbe la garanzia che rimarranno bloccate per i prossimi venti anni. Il fatto è che i contribuenti pompeiani hanno la memoria lunga e sanno farsi i conti in tasca. Ci sono tre esperienze precedenti di servizi affidati ai privati (senza far riferimento all’urbanistica, che merita un discorso a parte). Ci riferiamo al servizio idrico integrato, a quello di ritiro della spazzatura ed a quello dei parcheggi. I risultati che si sono ottenuti in termini di costi per i contribuenti, e di benefici per l’utenza, sono sotto gli occhi di tutti, inutile ogni commento. Il fatto è che, in generale, se la gestione pubblica frequentemente offre servizi scadenti, quella privata nella migliore delle ipotesi sfrutta i contribuenti mentre troppo spesso il ceto dirigente è indifferente, per non dire compiacente, con la rete degli appalti privati dove le assunzioni sono quasi sempre clientelari. E’ un circolo chiuso da cui è difficile uscire. Su questa base d’incertezza la gestione D’Alessio ha puntato decisamente sui privati. Fino a questo momento non si può dire sia stato fortunato. La speranza di tutti è che le cose migliorino per il futuro. Attualmente a Pompei si è formato un fronte trasversale riguardo ai servizi cimiteriali, che è determinato a non abbandonare la lotta. Si punta all’annullamento dell’appalto o quanto meno alla radicale revisione delle tariffe. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2