A cura della Redazione
Tutte le rivoluzioni hanno una data che passa alla storia. La manovra di revisione degli incarichi nel secondo governo D’Alessio è partita a Pompei il 13 maggio, quando la consulta di maggioranza (consiglieri comunali ed assessori) ha celebrato il suo rito comunitario confermando la fiducia al sindaco, ed invitandolo nel contempo a “dare ordine” alle deleghe amministrative coinvolgendo nella fase di rilancio dell’attività esecutiva i consiglieri comunali. L’unica regola che vale in politica è che non ci sono regole: vale per tutti, anche per il sindaco Claudio D’Alessio (foto). Lo abbiamo sentito dichiarare pubblicamente “Mai più deleghe amministrative ai consiglieri della maggioranza”. Ha puntualmente smentito se stesso. Lo ha fatto con classe, coinvolgendo il suo gruppo e con il fine nobile di mantenere a galla la navicella dell’Amministrazione comunale, dove qualche falla (forse più di una) cominciava a palesarsi ed a preoccupare. Questa operazione ha obbligato ad ammainare la vela e chiedere ai compagni di cordata di mettere mano ai remi. E’ finita che uno yacht si muove con lo stesso sistema di una piroga. L’importante, per il capitano e la sua ciurma, è che galleggi e prosegua indenne verso la meta, mentre la maggioranza è di nuovo motivata come all’inizio. Alla fine un’operazione pratica, d’immagine e di portata psicologica. Ora che la squadra è stata definita e, a quanto si dice, è condivisa, a parte gli inevitabili mal di pancia. Serve la mappa per orientarsi nei nuovi incarichi. Qualcuno propone di dotarsi di un Tom Tom. Il successo dell’operazione “cambiamento e coinvolgimento” ha comportato il taglio del numero delle deleghe, non certo indolore, dei cinque maggiori collaboratori di Claudio D’Alessio. La portata dell’intervento ha diverso peso caso per caso. Avino ed Alfano hanno perso un paio di deleghe ciascuno nell’operazione di "fitness". Manocchio ha dovuto lasciare la delega al Cimitero, nella fase finale del suo appalto, mentre deve essere conclusa l’operazione loculi. E’ la conseguenza del passaggio all’opposizione di uno dei suoi due consiglieri di riferimento. Tortora, dopo la delega al Commercio, perde anche l’Urbanistica ma non pare dolersene. Un discorso a parte vale per Amato La Mura, che lascia il settore dell’ecologia (oltre all’arredo urbano) in una fase di forte tensione (gli operai della Igiene Urbana hanno protestato ancora una volta per gli stipendi arretrati, parcheggiando i mezzi di lavoro sotto il Municipio). Non è possibile in casi del genere sottovalutare la portata del provvedimento, anche se è vero che D’Alessio, a parte il Commercio (che aveva tolto in precedenza a Tortora), ha trattenuto, oltre all’Ecologia, la gestione del cimitero, l’Urbanistica, la gestione dei vigili urbani, insieme a qualche delega minore. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2