A cura della Redazione
Il sindaco di Pompei, Claudio D´Alessio (foto), supera un altro ostacolo. Il bilancio consuntivo del Comune di Pompei è stato approvato a maggioranza dal Consiglio comunale di martedì scorso. Una singolare analisi dell’assessore Alfano, lo ha portato a paragonare l’avanzo di amministrazione di tre milioni di euro all’utile di una società per azioni. Successivamente Alfano ha detto che l’Ente di piazza Bartolo Longo gode di buona salute. Il check up è frutto di indici rivelatori del pericolo di dissesto finanziario. «Sono diminuite le spese per la Festa della Città e quelle per lo staff del primo cittadino». Ha proseguito il giovane vicesindaco con delega alle Finanze, che non ha fatto, invece, cenno al conto delle consulenze, del contenzioso ed alle spese per le festività natalizie. I consiglieri della minoranza, dal canto loro, sono stati presi dalle curiosità personali per cui hanno trascurato un dibattito politico sul Consuntivo del Comune che, come tutti sanno (o forse non sanno), va preparato comparando, voce per voce, il bilancio preventivo al fine di appurare dai dati aggiornati se l’esecutivo ha fatto il suo dovere in termini di aspettative della popolazione. Altro elemento di giudizio è la comparazione tra costi e benefici (il punto dolente). In questa ottica, Alfano ed il dirigente del Settore economico del Comune di Pompei, avrebbero dovuto relazionare all’assemblea sulle voci significative dei singoli capitoli e spiegare gli scostamenti di bilancio tra le cifre preventivate e quelle conseguite. I contribuenti hanno tutto il diritto di sapere come sono stati spesi i loro soldi per le bollette e la fiscalità locale (Imu e addizionale Irpef), che li vede in competizione per lo "scudetto" per il caro tasse, mentre per la qualità dei servizi si rischia la serie B. L’opposizione ha fatto sapere che manca la trasparenza nella comunicazione degli uffici comunali, evidentemente orientati dall’alto. Spesso, a loro dire, gli allegati alle delibere sono incompleti. Molti fogli vengono aggiunti solo in un secondo momento, prima del voto in Consiglio. Se è vero, tutto ciò dovrebbe essere comprovato e debitamente denunciato in aula, con la richiesta di sospensione della seduta per approfondimento dell’informativa da parte di consiglieri. In caso contrario, un ragionamento del genere potrebbe essere considerato un alibi al fine di non affondare la critica (notoriamente si parla di "inciucio", in questi casi). Uno dei pochi dati rilasciati, martedì scorso, è l’importo dell’onere per le anticipazioni di cassa (160 mila euro). Una spesa che dovrebbe far riflettere. Misura il grado di efficienza della previsione di flussi finanziari da parte dell’ufficio di ragioneria. I numeri non hanno bisogno di commento. Non è mancato il diversivo (si fa per dire) nella lettura di un ennesimo documento del consigliere comunale Cipriano (Popolari per Pompei) sul riequilibrio dei flussi turistici tra casello ovest e casello est dell’autostrada Napoli-Pompei nel centro moderno. Cipriano ha letto quanto aveva predisposto, ed ha poi abbandonato l’aula. Immediatamente è partita la replica del compagno di banco Cirillo (suo capogruppo, ancora per poco) che aveva un documento opposto tendente a porre freno al tormentone. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2