A cura della Redazione
Bookshop chiusi negli scavi di Pompei e circa quindici dipendenti che probabilmente andranno in cassa integrazione. Il motivo? Un inspiegabile intoppo burocratico che finora non ha consentito la firma del contratto per il nuovo appalto dei servizi tra Mondadori-Electa e Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei. Siamo alle solite. Le librerie adiacenti alle biglietterie degli scavi restano chiuse a tempo indeterminato, ed i turisti protestano perché non possono comprare le piantine ed i manuali necessari per un giro programmato e commentato del parco archeologico. I servizi dati in appalto sono complessivamente tre. Comprendono, oltre alle librerie, il guardaroba ed i servizi didattici. La conclusione è che la società Mondadori-Electa sarebbe orientata a fissare una rotazione dei dipendenti nell’attività che riguarda i servizi ancora attivi, mentre quelli che tra i dipendenti risultano al momento eccedenti entrerebbero, per periodi prestabiliti, in cassa integrazione. La chiusura dei bookshop comporta un forte danno d’immagine per Pompei perché i turisti, disorientati, sono costretti a rivolgersi alle bancarelle per l’acquisto di manuali storici e di costume che, oltre a spiegare la qualità delle opere d’arte, costituite in affreschi e sculture, illustrano la vita ai tempi dell’impero romano in una città come Pompei, dove prevaleva l’insediamento di fattorie, opifici ed insediamenti commerciali connessi alla sua funzione di porto fluviale, con scambi culturali e commerciali con tutto il mar Mediterraneo. La conclusione, in questo stato di fatto, è che mancando librerie specializzate a portata di mano degli stranieri, essi tornano spesso nei loro Paesi recando nella valigia volumi il cui contenuto storico-scientifico non è affatto garantito. Anzi, qualche volta contengono storie di fantasia se non balle colossali, che nel caso in questione fanno il giro del mondo. MARIO CARDONE