A cura della Redazione
Cedimento di un muro di contenimento esterno alla città romana dissepolta sulla strada che sale verso il Vesuvio. Questo è l’ultimo danno delle piogge incessanti di questi giorni negli scavi archeologici di Pompei. Fortunatamente non è stata intaccata l’integrità del patrimonio archeologico vesuviano. In ogni buon conto, bene ha fatto (diversamente da prima) la Direzione del parco archeologico pompeiano a denunciare il crollo. Sul posto, insieme ai tecnici della soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, si sono recati i carabinieri della locale Stazione, diretta dal maresciallo capo Tommaso Canino, per redigere un verbale di constatazione che sarà inoltrato alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, dove è custodito un dossier dell’inchiesta partita da tempo sui numerosi crolli negli scavi di Pompei successivi a quello della Schola Armaturarum. Al termine del sopralluogo dei tecnici degli scavi e dei carabinieri, è stato verificato che lo slittamento di terra causato dalle piogge torrenziali di questi giorni ha mininato alla base due metri cubi del muro moderno di contenimento a nord dell’area degli scavi di Pompei. Tanto è stato reso ufficiale dalla soprintendenza. E´ stato inoltre sottolineato che il crollo ha riguardato l´area non scavata lungo via Vesuvio, escludendo fortunatamente dal danno strutture archeologiche. Rassicurazioni quelle fornite dall’ufficio stampa Sanp, diretto dalla soprintendente archeologa Teresa Elena Cinquantaquattro, che non taciteranno probabilmente quanti nella società civile tengono sotto monitoraggio il monumento per impedirne il totale degrado. Sta di fatto che le gare di appalto del “Grande Progetto Pompei” procedono a rilento, determinando forte critiche sia da parte del ceto culturale locale che di quello turistico, che teme la cancellazione del sito dalla lista Unesco. MARIO CARDONE