A cura della Redazione
D’Alessio ha “strigliato” a fondo la sua maggioranza. Troppo lassismo, avrebbe rimproverato ai suoi più stretti collaboratori. Soprattutto il primo cittadino non sopporta il calo di solidarietà nel ceto politico dirigente. Probabilmente con l’avvicinarsi della scadenza del suo secondo mandato, sono partite le tattiche dei suoi consiglieri al fine di posizionarsi nel modo migliore per le prossime elezioni che, a parte la riduzione del numero dei consiglieri del consesso comunale (previsto per legge) dovrà essere eletto un nuovo capo dell’esecutivo pompeiano, considerato che Claudio D’Alessio, al secondo mandato, non è rieleggibile. Prepararsi al futuro è nelle regole del gioco ma il capo di maggioranza a Pompei notoriamente va in bestia quando i suoi alleati politici assumono posizioni ambigue rispetto alla linea stabilita, anche se lo fanno per pura tattica politica. Non dimentichiamo che uno dei provvedimenti sostenuti personalmente dal primo cittadino è stato quello di ristrutturare ed arredare decorosamente il terzo piano del Municipio al fine di ospitarvi le segreterie degli amministratori e dotare la politica di spazi ospitali di dibattito politico. Un’iniziativa secondo lui funzionale all’appartenenza al governo della città dove fissare contenuti, modi e tempi della politica che se è seria non può essere esercitata davanti al tavolino di un bar, sorseggiando una tazza di caffè. In una recente riunione la ramanzina di D’Alessio ha investito specialmente gli uomini del suo esecutivo vale a dire assessori e consiglieri comunali con delega amministrativa. “Gli incarichi in giunta non servono solo alla visibilità politica – pare abbia detto D’Alessio –. L’impegno di ognuno si deve concretizzare nel massimo risultato riguardo al miglioramento dei servizi ai cittadini”. Ad un sindaco a cui si possono fare tutte le critiche salvo quella dell’assenteismo si deve necessariamente riconoscere la prerogativa di richiamare all’ordine i suoi collaboratori che non si attengono ai programmi o non assicurano risultati. D’Alessio ha subito otto anni di quasi assoluta “solitudine” nel Palazzo riguardo all’incontro-scontro con i cittadini. Processioni di gente che chiede trasporti, parcheggi, ambiente ed un’opportunità di lavoro per i familiari disoccupati. Ora ha dimostrato che non ne può più. Ha vuotato il sacco e, a quanto si dice, tutti sono rimasti ad ascoltarlo in silenzio, senza replicare. Il giorno dopo è ricomparso il solito “capannello”. MARIO CARDONE