A cura della Redazione
Interessante la materia epistolare trattata nel libro del giovane sacerdote del Santuario di Pompei, Ivan Licinio (che da poco ha preso i voti) che sarà presentato Il 25 ottobre presso la Sala Marianna De Fusco dello stesso Santuario. Insieme a lui, Francesco Asti, docente di Teologia Spirituale presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, spiegherà il prodigio per cui tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 la storia di Bartolo Longo si è intrecciata con quella di tanti uomini e donne che, dopo la morte, sono proclamati santi dalla Chiesa cattolica. Sarà lo stesso sacerdote, autore di “Caro amico santo ti scrivo. Alcuni rapporti epistolari del Beato Bartolo Longo”, a parlare della sua opera insieme a Don Giuseppe Esposito, direttore di archivio e biblioteca “Bartolo Longo” , e al professore Alfonso Langella, docente di Mariologia presso la Pontificia Facoltà Teologica “San Tommaso d’Aquino” di Napoli. Saluterà i presenti Carlo Liberati, Arcivescovo Delegato Pontificio di Pompei. La storia è quella di un avvocato giovane, Bartolo Longo, innamorato di Dio e della Madonna, pervenuto nella Valle di Pompei, una terra semi deserta (a parte gli Scavi archeologici) dove a regnare erano l’ignoranza e l’analfabetismo, esisteva solo una vecchia e fatiscente chiesa parrocchiale. Il professionista pugliese ebbe al suo fianco una donna che come lui spese le sue energie per la rinascita morale e spirituale di questa terra, e tanti amici “santi” che, già prima d’essere riconosciuti tali, lo sostennero e lo accompagnarono nella sua opera straordinaria. Leggendo le lettere che scambiava con questi “amici particolari”, si conosceranno le intuizioni profetiche e caritative al servizio dell’umanità debole e della Chiesa che lo guidarono nella fondazione della città di Pompei e nella costruzione del Santuario della Madonna del Rosario che è uno dei luoghi di culto mariano più visitati al mondo. Imponenti sono anche le opere di carità di Bartolo Longo, che organizzò l’accoglienza a centinaia di bambini abbandonati del suo tempo (figli di carcerati). Tantissimi sono i documenti e gli scritti del Beato custoditi nella Biblioteca del Santuario, che hanno diffuso nel mondo cattolico la sua opera. Fondamentali sono i rapporti epistolari che Bartolo Longo intratteneva con i suoi “amici santi”, che danno testimonianza di come questi personaggi, di elevato profilo morale e spirituale, hanno influenzato il suo percorso di fede e le sue iniziative sociali. Tra essi annoveriamo Giuseppe Moscati, Caterina Volpicelli, Giovanni Bosco, Eustacchio Montemurro, ed inoltre un certo monaco francescano Pio da Pietrelcina, Giuseppe Toniolo e Ludovico da Casoria. MARIO CARDONE