A cura della Redazione
La parola corruzione, riguardo a Pompei, era stata pronunciata per prima dall’Arcivescovo Carlo Liberati in riferimento all’incremento di prostituzione, droga e micro criminalità. Ora il consigliere d’opposizione Giorgio Arpaia ha ripreso l’argomento per interrogare in un pubblico manifesto il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio sugli avvisi di garanzia che da un mese sono stati notificati a Palazzo De Fusco. In un manifesto comparso questa mattina, e poco dopo scomparso (perché abusivo secondo fonti comunali), sulle mura di Pompei, l’esponente del PdL, assumendo come preambolo il richiamo morale dell’arcivescovo Liberati, ha chiesto al sindaco di dare spiegazioni sui recenti avvisi di garanzia che sono nati come conseguenza di un braccio di ferro tra la ditta che ha operato per anni al prelievo forzato delle automobili in divieto di sosta ed il Comune, riguardo alle competenze arretrate che ammonterebbero (secondo la ditta Russo) a più di un milione di euro. La tesi del consigliere Arpaia, per la verità già sostenuta in altri ambienti pompeiani, è che se l’Amministrazione nulla doveva alla ditta Russo non avrebbe dovuto neanche elargire anticipi. Ora l’attacco che è stato affondato con durezza, perché collegato ad un preambolo in cui si parla di corruzione, è stato probabilmente fondato su informazioni riguardo ad un’inchiesta della magistratura che, per la verità, è partita, e si mantiene, nel massimo riserbo sia delle parti in causa che delle autorità competenti (magistratura e nucleo di polizia investigativa dei carabinieri di Torre Annunziata). Lo stesso primo cittadino, anche nella circostanza del manifesto firmato da Arpaia, apertamente contro il suo operato, non ha ritenuto opportuno aggiungere alcuna notizia rispetto alle informazioni approssimative che circolano sull’argomento. Basti dire che la stessa notifica degli avvisi è stata fatta anziché a cura delle stazioni locali di polizia, dal nucleo investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata. «Non è certamente ad un consigliere comunale d’opposizione che devo spiegare il mio operato - ha commentato il sindaco D’Alessio -. Lo farò nei tempi e nei modi previsti dalla legge».Il primo cittadino ha elogiato, nel contempo, l’operato delle locali forze di polizia (probabilmente una risposta indiretta all’Arcivescovo Liberati). «Polizia di Stato, Carabinieri e Vigili Urbani stanno tenendo un controllo del territorio che è degno della massima considerazione da parte nostra – ha affermato –. Chi critica indiscriminatamente il loro operato non conosce a fondo il peso dei sacrifici che fanno», ha concluso D’Alessio, che ha fatto notare che uno dei risultati conseguiti più evidenti è la liberazione totale della città (da almeno trenta anni) della piaga della prostituzione. MARIO CARDONE