A cura della Redazione
Contestazione organizzata dei titolari di banchi di commercio al dettaglio che posteggiano su aree pubbliche (in due parole, le bancarelle). Dalla fondazione di Pompei presiedono il centro storico nell’area adiacente il Santuario della Madonna del Rosario per la vendita ai pellegrini di statuine, quadri di santi, corone per la recita del santo Rosario ed altri souvenirs religiosi. La protesta non ha impedito al Consiglio comunale di portare avanti la delibera di giunta che prevede di trasferire in piazza Falcone e Borsellino nove banchi di vendita su diciotto. L’opposizione (sia di sinistra che di destra) ha cavalcato la protesta cercando di ottenere in extremis un rimando della delibera ma non c’è stato nulla da fare. E’ stato alzato un vero e proprio steccato tra questa categoria di commercianti che si sente di serie B e l´Amministrazione comunale, perché se da un lato non è stata messa in grado di condividere il lauti affari dei colleghi che praticano lo stesso mestiere nell’area degli scavi archeologici (dove persiste un turismo più ricco e più numeroso), dall’altra non è stata presa in considerazione la loro proposta di costituire una vera e propria galleria di banchi di vendita sita nell’area cieca (perché non attraversata dal traffico) di via Roma. La maggioranza non ha voluto sentire ragioni ed è andata avanti per la sua strada tra urla, insulti e fischi sui politici che hanno votato contro il rimando ad altra data della delibera di trasferimento di nove banchi di vendita. Ora il sindaco Claudio D’Alessio (che detiene ad interim la delega al commercio ritirata all’assessore Tortora) ha invitato per lunedì i diciotto commerciati (bancarellari) dissenzienti, ma loro hanno fatto sapere che diserteranno l’incontro. In conclusione, bisogna commentare che, si condividano o meno, nel merito, gli ultimi provvedimenti (ztl, e sistemazione dei banchi di posteggio) del sindaco Claudio D’Alessio, è evidente che nello scorcio finale del suo mandato sta cambiando rapidamente pelle, dismettendo la veste del mediatore per assumere quella del riformatore. Se va avanti così, nel bene o nel male, lascerà un segno permanente del suo mandato. MARIO CARDONE