A cura della Redazione
“Benvenuti nella favola di Pinocchio”, si legge sullo striscione piantato dai disoccupati ex Aticarta fuori al centro commerciale di Via Campo D’Aviazione, che dovrebbe aprire i barrenti nel prossimo mese di giugno. “Dovrebbe” abbiamo detto. Il condizionale è d’obbligo, dopo un comportamento sconcertante, riguardo alle assunzioni dei disoccupati da parte della società Fergos. Non intendiamo farla lunga sui continui rimandi, convocazioni, interventi mediatori del sindaco degli ultimi mesi. Il dato è questo: rispetto all’impegno che vedeva la Coopsette beneficiaria di un’opportunità eccezionale d’investimento, rilevando un’area industriale dismessa, la medesima società si impegnava a fornire nuove opportunità lavorative agli operai della carta pregiata (molta manodopera specializzata). La natura di questi posti di lavoro è scesa mano mano di rango, e con con esso lo stipendio, la stabilità e la durata. Stamattina, fuori l’ingresso del Centro Commerciale, al posto di una riunione che doveva essere tenuta con le parti sindacali, alla presenza del primo cittadino, per dare una svolta dignitosa alla vicenda, è stato al contrario comunicato ai lavoratori che sarà spedito loro un telegramma di assunzione. Lunedì prossimo saranno di fronte datore di lavoro (società che ha preso in appalto un servizio nel Centro), ex dipendenti Aticarta (uno alla volta) ed un dirigente Fergos (la società che ha costruito il Centro). Prendere o lasciare è la ricetta che hanno intenzione d’impartire. La risoluzione appare a tutti un atto di arroganza senza alcuna garanzia (neanche la presenza di un ispettore del lavoro) per i disoccupati, dal momento che i cinquantadue impieghi nel Centro Commerciale rientrano nel quadro di un accordo tra Enti pubblici, privati e parti sociali. E’ chiara a questo punto l’esasperazione degli operai fuori ai cancelli del Centro La Cartiera. «Se non manterrete le vostre promesse non consentiremo la vostra inaugurazione». Hanno urlato i rappresentanti sindacali, minacciando di portare sotto i cancelli le migliaia di giovani che hanno presentato domanda d’impiego. A questo punto si attende un intervento delle Istituzioni campane (per esse il Prefetto di Napoli) per impedire un voltafaccia così mortificante per la Regione Campania: operai qualificati di un’industria locale costretti, nei fatti, a mansioni mortificanti per quasi la metà dello stipendio di prima, senza alcuna garanzia né prospettiva per il futuro. MARIO CARDONE