A cura della Redazione
Gli allagamenti dopo i temporali primaverili negli scavi di Pompei, incontrano nella centrale via dell’Abbondanza lo snodo critico e la stagnazione per alcuni giorni delle acque eccedenti il normale assorbimento delle caditoie presenti lungo il percorso di discesa dall’area Nord. Bocciato l’espediente di inserire tozzetti di pietra negli spazi vuoti delle passerelle di pietra tra un marciapiede e l’altro, è stata preferita la misura di ostruirli con sacchetti di sabbia. Espediente che non ha risolto il problema L’attenzione della Direzione della Sovrintendenza archeologica, e dei tecnici interni, si sta recentemente incentrando sulla possibilità di creare un regolare scolo delle acque. Al momento la misura si limita alla riattivazione del sottostante ramo del canale Conte di Sarno, che non era stato compreso nel precedente intervento perché scendere sotto via dell’Abbondanza può comportare danni ai coesistenti resti archeologi di età storica anteriore a quella romana. A questo punto è stata fatta marcia indietro adottando la precauzione di far precedere l’intervento di scavo da rilievi con sistema georadar, con l’intento di evitare brutte sorprese. Vale a dire avere la possibilità di vagliare preventivamente modi, tempi e compatibilità degli interventi con la salvaguardia dei resti archeologici sottostanti. L’intervento di manutenzione straordinaria del Canale di Conte di Sarno da poco ultimato (dopo otto anni di lavori), ha visto impegnate risorse interne alla sovrintendenza per circa un milione di euro. Gli interventi di messa in sicurezza, realizzati in sintonia con la Provincia di Napoli, hanno consentito lo scolo delle acque piovane in pozzetti esterni situati a valle. Nello specifico, l’architetto Paola Rispoli ha seguito i lavori per conto della Soprintendenza archeologica. L’opera pubblica di restauro del tratto del Canale Conte di Sarno sottostante gli scavi archeologici di Pompei è della massima importanza per la tutela del sito, anche se non è stata estesa all’intero parco archeologico. Il tratto di canale dentro il perimetro degli scavi di Pompei (lungo un chilometro e trecento metri su ventuno chilometri complessivi che originariamente convogliavano a mare le acque del fiume Sarno) è attualmente utilizzato per portare verso una vasca esterna le acque piovane. E’ l’unico sistema per contenere al massimo il rischio di frane degli edifici dovute alle infiltrazioni di acque piovane. Il completamento del restauro del canale sotterraneo degli scavi resta iniziativa fondamentale di messa in sicurezza dell’intero sito, oltre ad essere una testimonianza d’ingegneria di epoca borbonica. MARIO CARDONE