A cura della Redazione
Una conclusione di dolore al Meeting dei Giovani di Pompei. E´ stata ricordata, infatti, la strage di poche ore prima, a Brindisi, dove una studentessa di 16 anni ha perso la vita a causa dell’esplosione di tre ordigni davanti alla scuola "Morvillo-Falcone". «Non possiamo non fare riferimento ad un evento accaduto poche ore fa e che ha sconvolto l’opinione pubblica. Una studentessa ha perso la vita e molti altri sono i feriti. Noi giovani del Meeting non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questi episodi che sembrano voler interrompere bruscamente il nostro essere lieti nel Signore. Dialogare con Gesù significa crescere nel giusto e soprattutto crescere liberi». Questo, in sintesi, il messaggio del XXVI Meeting dei Giovani di Pompei. Un incontro che vuole fare la differenza, «perché nella vita non ci sono solo lo svago e i momenti di festa - ha detto don Giovanni Russo, responsabile della Pastorale Giovanile Diocesana e organizzatore della manifestazione - ma c’è anche e soprattutto la preghiera che ci aiuta a dialogare e ascoltare Gesù». Forte e chiaro il messaggio dell’Arcivescovo di Pompei, cui ha fatto eco il Vescovo ausiliare di Napoli, Lucio Lemmo, delegato per la Pastorale Giovanile campana. Lemmo ha invitato i giovani a trovare la chiave per entrare in se stessi e scoprire quel luogo che è dentro ognuno di noi, il luogo dove dimora Dio. «Questa chiave – ha detto – è il dolore, perché il dolore non ci illude mai, rispetta la nostra natura e deve essere la pedana di lancio per uscire da noi stessi e fare del bene, così come ha fatto Gesù». Il Meeting si è concluso con un invito alla preghiera e alla riflessione, ma anche ad essere sempre noi stessi, a seguire i propri ideali e le proprie aspirazioni, senza mai scendere a compromessi. «Ma voi li avete degli ideali? Lottate per le vostre ambizioni?», ha chiesto l’Arcivescovo di Pompei, Carlo Liberati, ai giovani della platea. «L’avete trovata la strada della vostra vita? Sapete già cosa farete da grandi? Voi dovete essere forti e protestare per ciò che non va del vostro tempo – ha continuato, poi, il prelato -. Dovete essere rivoluzionari e votare per chi volete, non per chi vi suggeriscono. Non mandate i corrotti al potere ma chi rappresenta i vostri ideali!». Sono seguite le testimonianze di Serena Rossi, attrice e cantante della fiction “Che Dio ci aiuti”. Giacomo Celentano, figlio del celebre Adriano. Infine, Pietro Sarubbi, il Barabba del film “The Passion”, di Mel Gibson. «Sono nato per una grazia della Madonna – ha rivelato l’attore – non sarei dovuto nascere a causa di un ematoma. Ma mia mamma, giovanissima, promise alla Madonna che se fossi nato avrebbe recitato il Rosario ogni notte». MARIO CARDONE