A cura della Redazione
Il prezzo è alto ma ognuno desidera dare una sistemazione decorosa al caro estinto. Così è successo che il bando comunale per l’acquisto di 592 loculi nel cimitero di Pompei ha avuto un gran seguito. Sono cominciate fin dal primo giorno le file all’ufficio relazioni con il pubblico del Comune di Pompei, al fine di ritirare il modulo di partecipazione al bando per presentare la domanda al più presto possibile, anche se non serve a niente affrettarsi perché non conferisce titolo di priorità. E’ un’iniziativa, quella della costruzione e vendita di loculi cimiteriali in autogestione, che sta conquistando molta attenzione da parte delle gente per due ordini di motivi: il primo è che il bando è stato preceduto da molte polemiche perché qualche furbetto della maggioranza ha cercato di anticipare i tempi di prenotazione per guadagnare meriti politici; il secondo è che molti pompeiani, non sapendo dove deporre il caro estinto, sono stati costretti a chiedere ospitalità nella nicchia del vicino di casa, del parente o del collega d’ufficio. La conseguenza è la grossa esigenza collettiva di uno spazio privato al cimitero, che anche in momenti di crisi come questo ha fatto trovare subito i soldi necessari (magari a prestito) per partecipare alla macabra “riffa”. A proposito della somma di 2 mila euro da versare come anticipo, è doveroso far sapere al dirigente Nunziata, che si è assunto ogni responsabilità sulle clausole tecniche del bando emesso la settimana scorsa riguardo al concorso per l’assegnazione di un loculo, che in periodi di crisi economica è sembrata gravosa a più di un utente potenziale, perché pagare in una sola volta 2 mila euro non è cosa facile per un lavoratore dipendente o un pensionato (considerato che il bando prevede sei mesi per la compilazione della graduatoria degli assegnatari, si poteva rateizzare nel periodo). Altra questione che non è chiara riguarda l’accollo dei loculi gratuiti. Donare uno spazio per l’estrema dimora è iniziativa degna di plauso, ma a pagare il costo dovrebbero concorrere tutti in relazione alla loro ricchezza, non solo i 592 sfortunati che sono arrivati ultimi al traguardo della sottoscrizione dell’acquisto di una dimora estrema in terra consacrata. Altre critiche sono state fatte al bando da parte dei cittadini, ma la cosa nulle toglie al merito di aver pensato alla soluzione di un problema molto sentito dalla collettività. La costruzione in autogestione (se fatta in modo trasparente) dei loculi che servono provvisoriamente ad incrementare la popolazione cimiteriale resta un’iniziativa positiva. Si potrebbe proseguire su questa falsariga evitando l’affidamento a terzi della gestione del cimitero. Iniziativa, quest’ulotima, caparbiamente avversata da un numero considerevole di cittadini. MARIO CARDONE