A cura della Redazione
L’Amministrazione comunale di Pompei intende procedere a ritmo serrato per la realizzazione della Ztl. Stamattina, alcuni stretti collaboratori di Claudio D’Alessio, hanno avuto una riunione con una delegazione di commercianti, albergatori e rappresentanti del Santuario della Madonna del Rosario. E’ necessario un passaggio di consultazione preventiva con la categoria dei commercianti che, a parte ogni discorso, è pregiudizialmente ostile ad ogni intervento che limiti la possibilità di parcheggio nel centro storico della città alle automobili che provengono da altri comuni. In ogni caso, pare proprio che, rassicurati anche dal grosso successo che sta avendo a Napoli (dopo la Coppa America) un’iniziativa di pari indirizzo, D’Alessio e i suoi intendono procedere senza indugi anche se ci saranno ostacoli da superare. Il motivo principale è dovuto alla decisione maturata in sede di esecutivo comunale, per cui l’unico sistema per sostenere le spese dei servizi (trasporti pubblici, ambiente, vigili urbani, illuminazione pubblica) è la necessità di attingere al "petrolio" vesuviano, vale a dire la risorsa turismo. Cosa che è possibile mediante l’imposizione di un ticket ai mezzi pubblici a quattro ruote che entrano in centro cittadino. Un´esigenza, quella di trovare risorse aggiuntive, che non può essere rimandata perché c’è il rischio di fermare, per mancanza di “carburante”, la macchina comunale dal momento che nonostante la recente delibera di aumento di tasse comunali, la misura non appare sufficiente a far fronte ai tagli di finanziamenti governativi. La stangata fiscale recentemente deliberata non è stata del resto accolta bene dall’opinione pubblica locale. C’è il rischio di disaffezione dei cittadini nei confronti di un ceto politico dirigente che in passato aveva riscosso buoni consensi. Specie dai settori della periferia, parte la promessa di disertare le urne elettorali. Proposito che rischia di allontanare la popolazione dalle Istituzioni con inevitabili ricadute in termini di legalità e di ordine sociale. Forse non è un caso se stanno aumentando i cosiddetti crimini minori (furti negli appartamenti, scippi, usura e spaccio di stupefacenti) in una città dove l’emergenza criminalità non aveva mai fatto notizia. MARIO CARDONE