A cura della Redazione
C’è minaccia di chiusura degli scavi di Pompei e degli altri siti archeologici vesuviani nelle giornate delle feste pasquali, a causa della convocazione delle assemblee sindacali. Al di là del merito delle sacrosante richieste delle organizzazioni dei lavoratori, che non sono state coinvolte nel “progetto salva Pompei” finanziato dalla Commissione Ue, diventa sempre più urgente la regolamentazione di queste assemblee che rischiano di rovinare l’immagine turistica della città. Praticamente tutte le maggiori sigle sindacali degli scavi archeologici di Pompei hanno annunciato la convocazione di assemblee nei giorni immediatamente precedenti ed in quelli successivi alle feste pasquali. Per la precisione, le assemblee sono state indette nelle giornate di mercoledì 4, giovedì 5, domenica 8 e lunedì 9 aprile. Si prospettano disagi per i visitatori proprio nelle giornate di maggior flusso turistico, legato proprio alle festività. Dette assemblee si dovrebbero svolgere dalle ore 8,30 alle ore 10,30. La protesta è dovuta al mancato coinvolgimento dei dipendenti della Soprintendenza nel piano salva-Pompei, per il quale la Commissione Ue ha stanziato 105 milioni di euro da impegnare in appalti pubblici per il restauro di alcune domus chiuse per degrado e la messa in sicurezza dell’intero sito rispetto alle cause di pioggia, vento, infiltrazioni d’acqua ed allagamenti ma anche danni derivanti da furti e vandalismo. I sindacati chiedono anche un incontro urgente con il Segretario Generale del MiBAC, Antonia Pasqua Recchia, e il Direttore Generale del Personale, Mario Guarany, per proseguire sulle tematiche esposte a Roma l’8 febbraio. Un dibattito che, da allora, non ha avuto alcun seguito. I temi all’ordine del giorno delle assemblee partono dall’organizzazione del lavoro e dei servizi ad esso funzionali, per arrivare alla valorizzazione delle risorse umane, al pagamento di competenze accessorie, ai turni e i festivi, ai progetti di produttività (con relativi riconoscimenti economici, ai pagamenti per le aperture straordinarie degli anni passati), le informative sui prossimi piani di spesa, le iniziative di messa in sicurezza e di restauro l’igiene e la sicurezza sul posto di lavoro (é sempre in piedi la vertenza amianto) e, per finire, la manifestazione “Le lune di Pompei”. A monte di tutte le richieste c’è naturalmente il “riconoscimento morale ed economico per il maggior impegno al personale coinvolto nella performance di produttività collettiva. Si richiede, nello specifico, l’istituzione di un Fondo di produttività aziendale (Fo.P.), in considerazione dell’incremento dei proventi derivanti dai maggiori introiti dei biglietti d’ingresso e dalle attività dei concessionari dei servizi aggiuntivi, in conseguenza dell’abolizione della chiusura settimanale e dell’anticipazione di 30 minuti nell’apertura al pubblico”, recita il comunicato dei sindacati. MARIO CARDONE