A cura della Redazione
I commercianti di Pompei, nelle tre associazioni che operano a livello locale, si sono resi intermediari tra il Comune e il Santuario al fine di varare un piano parcheggi che soddisfi tutti, cosa che sarebbe possibile se l’Arcivescovo Carlo Liberati mettesse a disposizione aree libere ben individuate nella periferia occidentale e in quella orientale che sono di proprietà della Chiesa di Pompei. L’iniziativa è ambiziosa perché punta a spingere all’attraversamento pedonale del centro moderno (con transito obbligato davanti al Santuario) di una buona parte dei due milioni e cinquecentomila turisti che arrivano ogni anno a Pompei esclusivamente per visitare il parco archeologico. Le aree in questione sono ben conosciute a tutti (via Minutelle, lascito Borrelli, ex scuola Della Corte ed area teatro di Costanzo Mattiello) libere ed utilizzate come aree di parcheggio in altre precedenti limitate occasioni. Al fine di farle rientrare nel disegno complessivo della città, dovrebbero essere incluse nel piano regolatore in corso di redazione altrimenti formare parte di variante al piano in vigore. Nelle more dell’iniziativa urbanistica (che impiegherebbe molto tempo) pare che il sindaco Claudio D’Alessio sarebbe disponibile a chiedere in Prefettura l’autorizzazione ad un permesso straordinario, data l’urgenza di assicurare un servizio importante a milioni di turisti senza far soffrire, nello stesso tempo, l’economia e la vivibilità cittadina. I commercianti si sarebbero detti disponibili a formare un consorzio per gestire il servizio di parcheggi i cui proventi andrebbero al Santuario di Pompei (come canone per i suoli messi a disposizione). Si creerebbe in questo modo una seria prospettiva di occupazione per qualche decina di giovani e, nello stesso tempo, si troverebbe un accettabile compromesso su un dibattito politico che attraversa la città riguardo alle aree di parcheggio, la creazione di una zona a traffico limitato nel centro moderno di Pompei e le residue occasioni di affari per commercio al dettaglio, dal momento che il centro storico moderno è tagliato fuori dal business degli scavi archeologici, che continua a far arricchire un numero limitato di operatori. Inoltre, c’è molta preoccupazione nella Pompei moderna per i riflessi commerciali negativi del secondo ipermercato che, in un centro abitato di venticinquemila abitanti, rischia di soffocare l’iniziative di piccola dimensione. MARIO CARDONE