A cura della Redazione
«Centro di medicina psicosomatica», il sindaco Luigi Bobbio (foto) scrive al prefetto di Napoli, Andrea Di Martino, per chiedere la «convocazione di un tavolo» per «affrontare e cercare di individuare percorsi di soluzione circa la difficile situazione venutasi a creare in città». Il primo cittadino, nella missiva, ha sottolineato che l’adozione di «assolutamente condivisibili» provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti dei titolari della struttura di assistenza e la consequenziale e doverosa revoca della convenzione con l’Asl Na3 Sud hanno generato «una grave criticità non solo in relazione al congruo numero di coloro che prestavano il proprio lavoro alla struttura stessa, ma anche in relazione ai numerosissimi fruitori dei servizi di assistenza erogati dal Centro e oggetto del rescisso contratto». Bobbio evidenzia, inoltre, un altro aspetto: «La situazione societaria del Centro, la sua struttura giuridica, la tipologia dei rapporti di prestazione d’opera sono peraltro sconosciuti allo scrivente» mentre i «recenti eventi giudiziari illustrano fin troppo chiaramente quale fosse il contesto assai inquietante nel quale si muovevano i due “titolari” della struttura, la dott.ssa Acanfora e il Sig. Nastelli, uno scenario inquietante non scevro, sempre secondo quello che si evince da atti giudiziari e dalle cronache, da inquietanti coloriture politico-sindacali e camorristiche». Considerazioni, queste ultime, che secondo il sindaco non possono «lasciare tranquilli circa i tentativi di strumentalizzazione occulta che potrebbero nascondersi dietro una agitazione e una protesta spontanee ma pur sempre influenzabili o strumentalizzabili». Ragion per cui, il primo cittadino auspica – proprio a tutela e garanzia dei lavoratori e degli utenti della struttura, ai quali l’Amministrazione comunale ribadisce ancora una volta il proprio sostegno e la propria vicinanza, nella consapevolezza che essi rappresentano l’ultimo anello debole di una catena che conta allarmanti saldature tra ambienti oscuri - che «i percorsi possibili per risolvere le criticità vengano individuati e chiariti nella altissima sede istituzionale rappresentata dalla Prefettura di Napoli» con la partecipazione oltre che dell’Amministrazione comunale anche degli assessorati regionali al Lavoro e alla Sanità, dell’Asl Na3 Sud e delle organizzazioni sindacali.