A cura della Redazione
Tutti assolti per l’intervento che ha consentito la sistemazione e la messa in sicurezza di via San Salvatore. Era l’inizio di giugno del 2011, quando giunse la sentenza di proscioglimento per la precedente Giunta del Sindaco Gennaro Cinque dal reato di abuso d’ufficio. Sembrava tutto risolto. La Procura, però, avanzò ricorso e gli ex esponenti della maggioranza sono stati costretti a tornare in aula. I fatti. Con la Delibera di G. C. n° 92 del 19 maggio 2009 si approvava la perizia di variante e suppletiva dei lavori di sistemazione e messa in sicurezza di via San Salvatore. Per una maggiore valorizzazione della stradina e per un minore impatto paesaggistico e ambientale, i cubetti di pietra vesuviana hanno la pavimentazione in asfalto e conglomerato cementizio, per dare una continuità a quelli già esistenti in Piazza San Salvatore. Finiti sotto accusa, con l’ipotesi di reato per abuso d’ufficio, il primo cittadino di Vico Equense Gennaro Cinque e quattro amministratori: il Vice Sindaco Giuseppe Guida, l’assessore ai Lavori Pubblici Matteo De Simone, l’assessore alle Politiche Giovanili Raffaele Esposito, l’assessore all’Urbanistica Brigida De Somma e il responsabile del Servizio Lavori Pubblici del Comune di Vico Equense. L’esborso economico maggiore rispetto alle previsioni è stato, dunque, documentato e presentato alla magistratura. L’imputazione nasceva a seguito di un esposto presentato da alcuni consiglieri di minoranza. Gli imputati si sono difesi sostenendo che la variante si rese necessaria a seguito di due provvedimenti amministrativi intervenuti successivamente alla progettazione esecutiva: 1) la nota della Soprintendenza BB.AA. di Napoli che consigliava di sostituire la pavimentazione in asfalto con cubetti di pietra vesuviana; 2) il decreto del responsabile del Servizio Urbanistica che faceva suo il suggerimento della Soprintendenza. All’udienza del 18/05/2011 è stato sentito, quale testimone, il funzionario della Soprintendenza che ha affermato che quel suggerimento fu reso “per un migliore inquadramento dell’opera nel contesto ambientale [...] e che una volta adottato, da parte del Comune, il decreto paesaggistico, questo è vincolante per l’Ente”. All’udienza del 09/06/2011, il GUP pronunciò sentenza di proscioglimento per tutti gli imputati perchè il fatto non costituiva reato. Avverso la sentenza il P.M. propose ricorso per Cassazione sostenendo che vi erano tutti gli elementi per procedere a carico degli imputati. Con la sentenza emessa l’otto marzo 2012 la Sez. 6 della Cassazione ha definitivamente assolto gli imputati. “Ho sempre avuto grande fiducia nella Giustizia”. Questo il primo commento del sindaco Gennaro Cinque sulla vicenda. “Il lavoro della Giunta - ha aggiunto il primo cittadino - è stato valutato idoneo. Il metodo, invece, di usare la denuncia come arma politica, ne esce sconfitto”. COMUNICATO