A cura della Redazione
Ogni inizio d’anno la contrada Tre Ponti di Pompei fa i conti con la sua tradizione. Il buon augurio è d’obbligo. Il rito assegna al gruppo “Filippo Sgruttendio de scafato” il compito di far rivivere agli abitanti dell’antico borgo, che un tempo apparteneva alla municipalità di Scafati, la più autentica tradizione contadina di cui “La Fronna, la Paranza e Bagni” sono scrigni e siti di testimonianze ancora vive. Le lotte contadine contro i padroni fanno parte di una tradizione consolidata dell’agro nocerino sarnese a cui Tre Ponti è legata da un cordone ombelicale che non si è mai rescisso. Lodevole l’iniziativa di un gruppo di famiglie che si riunisce alla maniera antica attorno a Luigi Mariamburgo, che per l’occasione apre ai convitati la sua casa e la cucina. Assieme a lui, Pasquale Avino (personaggio noto per la politica) e tanti altri che rinnovano riti d’amicizia nel solco della tradizione fatta di fuochi, balli, canti, tammorre, nacchere e filastrocche. I vecchi cantano rinverdendo l’antica usanza che porta bene, perché rimette in ciclo la natura dove tutto è sacro, dove ogni mese ha il suo raccolto ed ogni stagione i suoi prodotti. Da alcuni anni si è rinverdita questa tradizione a Tre Ponti. Va sempre meglio. Ora l’appuntamento è per carnevale. Già sono nell’aria i primi fermenti organizzativi per una sfilata che punta a coinvolgere tutta Pompei. Carnevale assume un altro significato essenziale in un periodo dell’anno molto caro alla tradizione contadina. Altro che Halloween e spiritelli vaganti. A Tre Ponti e in tutto il Sud c’é di meglio: un folklore che non ha niente da invidiare agli altri universi perché fondato sulla natura e la genuinità della sua gente, che ancora oggi risponde alla crisi con una pasta e fagioli collettiva. Un pasto contadino completo che allunga la vita e combatte il colesterolo. MARIO CARDONE