A cura della Redazione
Separati in casa. Anzi, per meglio dire, lasciati fuori la porta. E´ quanto accaduto ai quattro consiglieri comunali che avevano sciolto il gruppo per confluire nella "casa madre" del Pd. Nell’ultima assise a Palazzo De Fusco, il presidente Serrapica ha messo in campo uno stratagemma tipo "dr. Jeckyll e Mr. Hyde". Ha dismesso per qualche minuto la tonaca di presidente per spiegare da semplice consigliere comunale le decisioni che avrebbe preso successivamente, quando sarebbe rimbalzato sullo scranno di comando. Con un giro di parole Serrapica ha spiegato ai quattro di “Unità e Impegno” che avevano sbagliato a rilasciare dichiarazioni a nome di un gruppo consiliare in cui (a suo parere) non sarebbero mai entrati perché lui, insieme al capogruppo Mancino, non avrebbe consentito l’operazione. Un’interpretazione originale da parte del presidente del Consiglio comunale della normativa del regolamento di cui è uno dei principali artefici. Ha avuto ragione a prendersela quando la stampa non ha dato eco alla sua requisitoria, degna di un’aula di tribunale. Quale occasione per rubare una volta tanto la scena all’avvocato D’Alessio? Il fatto è che la cronaca della giornata era attaccata al filo del contrasto sulle spese di rappresentanza del sindaco. Ora i nodi sono venuti al pettine perché il gruppo consiliare del Partito Democratico deve assumere pubblicamente il suo profilo. Gli argomenti che ha messo in campo Serrapica si sono dimostrati validi, se non altro per aver frapposto cavilli regolamentari all’avanzata dei quattro, guidata a distanza da un altro stratega. Al momento la situazione è questa: Allaria, del Regno, Benincasa e Robetti hanno sciolto il loro gruppo ed annunciato l’ingresso nel Pd. Gli altri due consiglieri comunali che dall’elezione fanno parte di questo gruppo (il presidente del consiglio Serrapica ed il capogruppo Mancino) sono fermi nell’intenzione di non consentire l’operazione. Le cariche che ricoprono li mettono in condizione di vantaggio iniziale. A questo punto, interpellata su tutta la vicenda la direzione napoletana dal segretario cittadino Enzo Mazzetti, è arrivata più o meno la risposta. “Il problema è vostro. Lo dovete risolvere da soli”. Non sfugge a nessuno, a questo punto, che l’argomento riserva pochi elementi di mediazione. La frattura tra i due gruppi di consiglieri è insanabile. Verte sulla partecipazione o meno alla maggioranza che sostiene D´Alessio. MARIO CARDONE