A cura della Redazione
Annullata, a causa della forte pioggia, la visita negli scavi di Pompei del Commissario Europeo Johannes Hahn, che doveva essere accompagnato dal Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e da una delegazione governativa composta dal ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giancarlo Galan, insieme al ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto ed al Sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali, Riccardo Villari. La visita del commissario, che è stata rinviata al 7 novembre prossimo, è un preliminare (a detta di molti formale) al finanziamento di 105 milioni di euro necessari per partire finalmente con la messa in sicurezza del sito archeologico vesuviano così famoso nel mondo ed oggetto di critiche e polemiche per l’insufficienza della sua manutenzione. Con le piogge autunnali, a Pompei (l’anno scorso e quest’anno), sono cadute giù mura antiche e moderne come castagne dagli alberi. Per molti è il risultato di una gestione commissariale fallimentare, in cui è stata preferita la valorizzazione del sito alla messa in sicurezza dello stesso. Cosa che non può far certo piacere a chi ha a cuore la conservazione di un patrimonio così importante. Riguardo ai cedimenti di ieri, la soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro ha gettato acqua sul fuoco della polemica, spiegando che si tratta di ”due manufatti di recente realizzazione senza alcun coinvolgimento di strutture di interesse archeologico”. Nello stesso tempo, ha assicurato che garantirà in futuro il rilevamento e la verifica delle strutture del patrimonio culturale dell’area vesuviana. Dichiarazioni che non bastano, da sole, a tranquillizzare i sindacati dei lavoratori, la società civile e le forze politiche. I primi si lamentano per l’eccessivo carico di lavoro dei pochi ed oramai anziani custodi che sono rimasti a Pompei. I secondi mettono l’accento sulla totale assenza di manutenzione ordinaria, mentre sul fronte politico si registra l’iniziativa di interrogazione parlamentare al ministro Galan che ha come prima firmataria la senatrice del Pd Anna Maria Carloni, e riassume la posizione critica del maggior partito d’opposizione. In essa si chiedono notizie al ministro delle promesse fatte dal governo Berlusconi (dopo il crollo della Schola Armaturarum) in termini di finanziamenti e nuove assunzioni. La Carloni e gli altri parlamentari del Partito Democratico hanno fatto presente che ”il governo ha delegato alla Società Invitalia la gestione operativa dei finanziamenti e l´allestimento dei bandi di gara. Valutato che l´insieme della comunità scientifica reputa fondamentale un´azione costante per garantire la manutenzione ordinaria e un´accurata analisi e controllo degli interventi di natura secondaria", si chiede al governo di riferire su "quando saranno effettivamente disponibili i fondi per la messa in sicurezza del sito; quale sarà il soggetto attuatore degli interventi; quale il ruolo di Invitalia; quali misure per impedire infiltrazioni della criminalità organizzata e, infine, quali scelte finanziarie e organizzative si intendono adottare”. MARIO CARDONE