A cura della Redazione
Esternalizzazione è un brutto neologismo con cui si indica il procedimento mediante il quale un Ente affida ai privati un servizio pubblico. Il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, nel corso del Consiglio comunale svoltosi oggi, ha spiegato di aver fatto di questa scelta il motivo ispiratore principe della sua amministrazione. “Con la nostra scelta di affidare ai privati la gestione della raccolta dei rifiuti abbiamo visto giusto - ha argomentato il primo cittadino -. In questo modo abbiamo tenuto il territorio di Pompei fuori dalla crisi ambientale che ha investito la provincia di Napoli”. La conclusione è quella di restare in linea con quel tipo di gestione della cosa pubblica, appaltando a terzi anche la riscossione dei tributi e la gestione del cimitero di Pompei, che é carente per la cronica mancanza di personale. Le delibere di affidamento dei due servizi sono state contrastate dal gruppo consiliare di "Unità e Impegno" che, con la dichiarazione di voto di Alberto Robetti, ha spiegato la condivisione del metodo della privatizzazione ma riguardo ai tributi ha sostenuto la modificazione della delibera (non recepita dalla maggioranza) di limitare la gara d’appalto al prelievo coattivo (che ammonterebbe a circa 11 milioni). A maggior sostegno della sua proposta, Robetti ha fatto presente che il settore dei rifiuti (tasse comprese) deve passare nella competenza della Provincia. Il relatore di "Unità e Impegno" ha anche contestato al dirigente del comparto finanziario di aver omesso nella sua relazione l’analisi dei costi comparati tra vecchio e nuovo sistema di riscossione, che avrebbe agevolato la valutazione del provvedimento. Contro la privatizzazione del servizio cimiteriale ha parlato De Gennaro. Il consigliere comunale eletto in una lista indipendente ha fatto leva su motivazioni di ordine morale. Ha fatto presente che la privatizzazione del cimitero di Pompei è presentata come un miglioramento del servizio alla cittadinanza ma nasconde l’opportunità per speculatori senza scrupoli di approfittare della fragilità delle fasce popolari della città. Oltre a questi argomenti, all’ordine del giorno vi erano anche debiti fuori bilancio, tanto per non perdere l’abitudine. Il dibattito è poi tornato su ritardi, disservizi del Comune e promesse di migliorare per il futuro. Sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio, un laconico Robetti ha osservato che alla fine dei conti tutta la manovra è servita al primo cittadino per trovare i soldi per la sua “Festa della città”. MARIO CARDONE