A cura della Redazione
I quattro consiglieri di “Unità e Impegno” vanno d’amore e d’accordo quando si deve imbastire una critica contro D’Alessio e la sua giunta. I problemi sorgono quando, al contrario, si tratta di concepire una strategia politica di più ampio respiro che porti ad uno sbocco: dentro o fuori la maggioranza? A tal proposito sembrava un’iniziativa interessante quella di far confluire nel Partito Democratico la componente dissidente. “Unità e Impegno” ha numeri e argomenti sufficienti per creare, sul piano politico, serie difficoltà al capo della coalizione che governa Pompei. Passi avanti, però, su questo versante, dopo i primi annunci, non ne sono stati fatti. Nello specifico, i quattro consiglieri non hanno dato corso allo scioglimento del loro gruppo consiliare (iniziativa obbligatoria secondo lo statuto del partito di Bersani). Né alcuni di loro sembrano intenzionati a prendere la tessera del Partito Democratico. L’obiettivo principale di ogni consigliere comunale di maggioranza (quindi, non esclusivamente i dissidenti) è quello di tutelare il proprio elettorato difendendone interessi ed istanze nei confronti della pubblica amministrazione (quello che comunemente viene chiamato clientelismo). Viene da sè che chi deve svolgere attività politica di questa natura, non può stare con entrambi i piedi fuori dalla maggioranza amministrativa. Con uno solo, sì. Ecco uno dei motivi che ha fatto nascere la strategia dell’autonomia con la quale si resta liberi di appoggiare o respingere ogni singolo provvedimento esclusivamente sulla base di valutazioni interne. In poche parole, i quattro consiglieri intendono prendere le distanze dal primo cittadino (facendo attenzione di non allontanarsi troppo) ma non dal proprio elettorato. Ne deriva una politica del "giorno per giorno" che affronti in quest’ottica le nuove delibere amministrative. D’Alessio, al momento, sembra intenzionato a subire questo stato di cose dal momento che non pare essere propenso ad assegnare la delega di assessore ai Servizi Sociali restituita dal dimissionario Ferdinando Uliano. Sta su una riva del fiume e aspetta come il famoso cinese. MARIO CARDONE