A cura della Redazione
Dopo il bar Oasi, le ruspe si sono dirette verso la veranda esterna dello snack bar Corallo per liberare definitivamente piazza Immacolata, vale a dire il centro storico-culturale di Pompei. Testimonianza ne è il fatto che nella serata precedente di ieri, una platea traboccante di pubblico plaudente ha goduto, sotto le stelle, dell’esecuzione del duo Gino Paoli-Danilo Rea. Una pagina destinata a diventare storica negli annali degli eventi canori pompeiani. La ditta che gestisce il bar-pizzeria “Corallo” ne ha garantito la demolizione in economia con il ripristino dello stato originario dei luoghi entro i primi di settembre. Intanto, è intervenuto il Comune. L’operazione di demolizione si è svolta civilmente (vale a dire senza incidenti) anche se i proprietari affermano di avere ancora qualche ragione da far valere dinanzi al Tar (ultima seduta l’8 ottobre). Tutto previsto secondo copione. L’amministrazione comunale di Pompei sta rispettando il progressivo piano di recupero alla legalità e all’integrità paesaggistica di piazza Immacolata, sita proprio di fronte all’ingresso degli scavi archeologici di piazza Anfiteatro. L’iniziativa è stata imposta dalla recente commissione d’accesso venuta a Pompei per stabilire se ci fossero infiltrazioni della camorra nelle pubbliche deliberazioni. L’operazione di ripristino degli spazi occupati si pone nel quadro del servizio di accoglienza turistica e della vita sociale dei pompeiani, che ha riscontro nell’abbattimento di due strutture illegali (ciascuna con più di cinquanta metri quadri coperti) site sui due marciapiedi contrapposti della piazza. Nel caso del bar-pizzeria Corallo, l’attività permane (come per il bar Oasi) anche se in uno spazio più ristretto perché non è stata revocata la licenza. Si prevedono, da parte del Comune, altre iniziative tese a migliorare il resto della piazza. Per esempio, sarà richiesto ai proprietari di alcune antiche palazzine fatiscenti che affacciano su di essa di procedere ad una decorosa ristrutturazione. Un discorso a parte riguarda il restauro dell’enorme edificio dell’ex orfanotrofio femminile “Sacro Cuore”, per il quale l’arcivescovo prelato di Pompei, Carlo Liberati, che rappresenta l’Ente proprietario dell’immobile, aveva confidato nel sostegno finanziario della Regione Campania (che non è arrivato). L’edificio doveva ospitare un museo archeologico. Ora che è stato parzialmente locato alla Casa di Cura Maria Rosaria, c’è da sperare che con parte degli incassi conseguiti, Liberati provveda al suo restauro. Altro problema è il parcheggio turistico di cui molti chiedono lo spostamento sul lato opposto della città (via Unità d’Italia, ex via Acquasalsa). MARIO CARDONE