A cura della Redazione
La parola dordine nellassemblea del personale degli scavi di Pompei di domenica scorsa, convocata da Cisl e Unsa, è di collaborare con la direzione per evitare disagi ai turisti. Ma disagi ce ne sono stati lo stesso perché i cancelli sono stati aperti due ore più tardi (anche se lassemblea è durata unora in meno delle tre programmate). I custodi del sito archeologico hanno offerto la massima disponibilità chiedendo lapertura al pubblico di tutte le domus (anche quelle chiuse per mancanza di personale). I sindacati si sono detti disponibili a sottoscrivere con la direzione della Saqnp anche intese per piani di lavoro straordinari che vedrebbero il coinvolgimento di tutti gli operai in servizio nei siti della Soprintendenza. Relativamente alla spettanze arretrate non ancora pagate Cisl e Unsa hanno annunciato di aver intrapreso la via legale interessando lavvocato Raffaele Fattoruso di esigere gli interessi dovuti al personale a causa dei ritardi nei pagamenti. I rappresentanti sindacali di Cisl e Unsa hanno ribadito che la loro è una lotta di civiltà perché i problemi sollevati dal personale sono legati alla messa in sicurezza del patrimonio archeologico di Pompei e degli altri siti, al fine di garantire la conservazione dei beni, assicurando nello stesso tempo lincolumità dei lavoratori e dei turisti. Bisogna perciò aumentare lorganico del personale in servizio al fine di assicurare una totale fruibilità delle domus. Inoltre sono necessari interventi di manutenzione ordinaria degli edifici antichi, dei mosaici e degli affreschi. Il motivo di ritorno nella polemica di sindacati è che lunificazione delle soprintendenze di Napoli e Pompei è stato un fallimento sia sotto laspetto organizzativo che finanziario. Nella gestione commissariale di Fiori (durante il ministero Bondi) si stava studiando il provvedimento di tornare al passato (vale a dire con le due soprintendenze autonome). La nomina di Galan sotto questo punto di vista ha significato un arretramento rimettendo i problemi al punto di partenza.
MARIO CARDONE