A cura della Redazione
Nuovo boom di presenze e di incassi agli scavi di Pompei nel weekend di Ferragosto (sabato 13, domenica 14 e lunedì 15). Un risultato che mette di buon umore il ceto dirigente della città preoccupato per la crisi. Nelle tre giornate più calde di questa estate si calcola che sono arrivati a Pompei quasi 10 mila turisti al giorno. Gli incassi al botteghino si aggirano intorno ai 300 mila euro. Il dato statistico delle presenze supera finanche il record dell’anno scorso, quando però i turisti sono stati attratti anche dagli effetti speciali promossi dalla gestione commissariale (“PompeiViva”). Quest’anno, al contrario, a parte l’iniziativa “le lune di Pompei” finanziata dalla Region,e sono mancati gli eventi che hanno caratterizzato le stagioni precedenti. Anzi i diversi crolli durante i temporali autunnali di case antiche, e le polemiche che ne sono seguite, l´emergenza rifiuti napoletana, che ancora sussiste, avevano fatto preoccupare gli operatori turistici. Invece questi eventi negativi non hanno dissuaso i turisti dal venire numerosi a Pompei, facendo la felicità dei gestori di chioschi e delle bancarelle, delle guide turistiche, dei tassisti e dell’intero microcosmo che gravita intorno al business archeologico. Talmente considerevoli sono stati l’incasso e l’affluenza della gente, che per la vendita delle sole bottigliette d’acqua minerale qualche commerciante ha assunto un extracomunitario. Tanta era la ressa di persone accaldate che affollava la rampa di Porta Marina (in prossimità dell’ingresso). Attenzione però. Da parte dei sindacati è partito un nuovo allarme per la sicurezza del sito. La causa è il numero non adeguato del personale di vigilanza messo a fronteggiare il forte arrivo di turisti. A Ferragosto, secondo il sindacato Cisl, erano in servizio soli 20 custodi per il turno antimeridiano e 24 in quello pomeridiano. Ben al di sotto del numero minino di personale previsto dall’accordo sindacale per garantire i servizi essenziali e la sicurezza del sito archeologico. Inoltre, la carenza di personale costringe la direzione degli scavi a chiudere molte domus, per cui i turisti che arrivano da tutte le parti del mondo sono costretti ad accontentarsi di una visita parziale nella città sepolta. Il sindacato parla anche di cattiva gestione del personale e coglie l’occasione per invitare la soprintendente Cinquantaquattro (troppo assente da Pompei) ad un tavolo urgente di concertazione. MARIO CARDONE