A cura della Redazione
Il caldo estivo ha fatto optare il corpo dei vigili urbani di Pompei per la divisa classica (pantalone e camicia nei colori bianco azzurro e berretto d’ordinanza). La tuta mimetica (foto), iniziativa memorabile del comandante Valio (vedi articolo del 27 maggio 2011) è ritornata nel guardaroba perché la richiesta di indossarla disgiunta dagli stivali ha determinato nel corpo di polizia urbana una rivoluzione silenziosa. Semplicemente è successo che alcuni "fischietti" di Pompei sono arrivati in servizio indossando scarpe fuori ordinanza. In questo modo hanno provocato reiterati richiami da parte del comandante Petrocelli. Immediatamente è partita da parte degli agenti un’istanza rivolta al primo cittadino di Pompei (quasi una supplica) per interrompere il supplizio degli stivali, calzati nella stagione estiva. D’Alessio non si è fatto pregare due volte. Per le cose semplici impiega il tempo che ci vuole, ma per i miracoli è più veloce di San Gennaro! Ha sospeso l’utilizzo della tuta come divisa d’ordinanza, consentendo il ripristino di quella costituita da camicia estiva, pantaloni a pieghe e scarpe di pelle nera. “Vecchia bandiera onor di capitano”. A questo punto, i pompeiani rimasti in città ad oziare su una panchina ferragostana, al fresco dello zampillo della vasca, si scambiano due legittime domande. La prima riguarda il costo delle divise operative, equipaggiamento compreso. Soldi, a quanto pare, spesi senza ritorno. Ventimila euro circa spesi dal Comune per l’equipaggiamento stile parà? La prima domanda: “Forse sarebbe stato meglio utilizzare quei soldi per la tutela dell’ordine pubblico e per la sicurezza sul lavoro”. Considerazione fatta a denti stretti dai soliti rappresentanti sindacali in vena di polemiche. L’altra domanda riguarda la composizione della divisa estiva edizione 2012. C’è chi pensa a bermuda, polo e berrettino con immancabile tricolore inserito tra le tinte bianco celeste. Al centro l’oro del distintivo. E ai piedi? I pompeiani sono divisi tra il mocassino classico e la solida scarpa da trekking. Corre anche voce che al primo piano del Palazzo si propende per i sandali in cuoio, confezionati su misura. Il motivo? Suggerire ai “fischietti” pompeiani le doti francescane. MARIO CARDONE