A cura della Redazione
Mesotelioma è la diagnosi del primo decesso nel 2005 di un operaio della Cartiera di Pompei. Un evento infausto che ha fatto partire per i lavoratori della fabbrica e le relative famiglie un doloroso iter burocratico-giudiziario previsto per casi del genere, che ha portato a tutt’oggi (si aspettano le ultime sentenze della magistratura del lavoro competente) del riconoscimento per loro, a tutti gli effetti di legge, della malattia del secolo che ha causato quasi 10 morti per causa di lavoro. Il motivo per cui le carte all’Arpac, per l’accertamento della presenza di amianto nella fabbrica della carta di Pompei, sono state inviate solo ad impianti fermi, vale a dire solo dopo che è partita la procedura concordata con i sindacati finalizzata alla ristrutturazione del sito industriale, resta ancora da chiarire. La delibera Arpac di presenza di amianto nella Cartiera di Pompei ha segnato la partenza di una serie di vertenze collettive. L’eposizione alle esalazioni di questo composto è stata riconosciuta prima ai soli addetti alla manutenzione delle macchine. Nel 2007 la magistratura ha deliberato il sequestro della Cartiera. Il sito industriale è stato quindi bonificato dalla presenza di materiale cancerogeno prima che fosse avviata la ristrutturazione con la costruzione di una cittadella progettata per un ipermercato, un centinaio di negozi ed una serie di servizi accessori. Nel frattempo, i casi di morte per tumore alla pleura sono aumentati di numero tra la popolazione degli ex operai Aticarta che hanno preso coscienza dello stato di precarietà: oltre al posto di lavoro era pregiudicata anche la loro aspettativa di vita. Ha avuto avvio, così, l’iniziativa giudiziaria di massa che punta all’applicazione della legge che tutela la salute ed il riconoscimento di anzianità collegata all’esposizione di almeno 10 anni all’inquinamento ambientale, dovuto alla presenza di amianto nell’impianto industriale della Cartiera di Pompei. Per alcuni questo passo significa recepimento d’indennità arretrate (dal momento che si deve ricalcolare l’anzianità complessiva di servizio). Per una ventina di operai in mobilità, la sentenza potrebbe portare al pensionamento anticipato perché la legge in materia, all´art 13., prevede sei mesi di anzianità convenzionale per ogni anno di lavoro, mentre l’articolo 47 prevede tre mesi. MARIO CARDONE