A cura della Redazione
Riunione fiume, venerdì sera, nella sede del Partito Democratico di Pompei. Assise del direttivo allargato ad amministratori (dentro e fuori la maggioranza di Claudio D’Alessio). Molti gli iscritti e simpatizzanti intervenuti per sentire il punto di vista del commissario straordinario del partito, Andrea Orlando, sulle prospettive di partecipazione alla maggioranza nel quadro delle alleanze che si sono configurate nella campagna elettorale che ha eletto l’esecutivo D’Alessio 2. Presenti i notabili locali di vecchia e nuova generazione ed politici napoletani più interessati allo sviluppo del dibattito in corso a Pompei, a causa delle influenze che potrà avere sul futuro assetto del partito. Orlando alla fine ha lasciato tutti contenti. Forse perché ognuno ha letto le parole del suo discorso secondo la propria convenienza. Il commissario regionale ha detto le cose che tutti si sarebbero aspettati: che, cioè, il quadro dirigente del Partito Democratico di Pompei deve decidere quale strada intende imboccare dopo la svolta amministrativa che ha comportato un rimpasto della giunta D’Alessio. Si dovrà scegliere se s’intende proseguire con la stressa maggioranza o cambiare registro. E’ fin troppo facile prevedere che su questo terreno si scontreranno le due anime del partito. Una che fa capo al giovane vicesindaco di Pompei, Claudio Alfano ed al presidente del consiglio comunale, Ciro Serrapica; l’altra al gruppo consiliare “Unità e Impegno” che dovrebbe confluire nel Partito Democratico. La sintesi politica sul da farsi dovrebbe essere cercata in sede di direttivo cittadino ma è facile prevedere che i perdenti (vale a dire quelli che non riusciranno a trasferire al partito la loro linea politica) faranno carte false per mettere i bastoni tra le ruote agli avversari al fine di fermare il corso delle decisioni assunte. Al momento è plausibile prevedere che le due anime amministrative del partito Democratico (vale a dire i consiglieri ed amministratori che stanno con D’Alessio e quelli che si sono disimpegnati nei confronti della sua leadership dopo il “licenziamento” dell´assessore Esposito) continueranno a dividere il partito per il semplice motivo che rappresentano due proposte politiche di gestione della città di Pompei. Ci sono, in questa fase, molti iscritti del Partito Democratico che vorrebbero tornare a contare senza aggrapparsi ad un carro ma pare che per loro non ci sia spazio, perché la scelta alla fine sarà se proseguire o uscire da una maggioranza di centrosinistra che da sette anni è guidata dal sindaco Claudio D’Alessio. MARIO CARDONE