A cura della Redazione
Si è tenuta ieri sera a Castellammare di Stabia, presso il Cineteatro “Montil”, sala Annibale Ruccello, l’assemblea del Comitato regionale Sel Campania. Numerosa la presenza degli operai dello stabilimento Fincantieri stabiese e dei dirigenti di Sel provenineti da tutta la regione. Il coordinatore cittadino, Catello Imparato, ed il coordinatore regionale, On. Arturo Scotto, hanno deciso congiuntamente di tenere nella città delle acque tale direzione, dopo la scellerata decisione dell’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, di chiudere il cantiere di Castellammare e di Sestri Ponente. Il piano industriale presentato a Roma ai sindacati da Bono, decide di chiudere lo stabilimento campano e quello ligure di Sestri Ponente assieme al ridimensionamento di Riva Trigoso (Genova). I Cantieri navali di Castellammare di Stabia: 640 addetti circa a casa, con analoga conseguenza anche per i circa mille lavoratori dell’indotto. In tutto il piano, predisposto dall’azienda per fronteggiare la crisi, prevede 2.551 esuberi su 8.500 addetti in otto stabilimenti in Italia. Dopo la relazione del coordinatore cittadino Catello Imparato che si è soffermato sull’impatto nefasto che potrebbe avere tale decisione sulla città, c’è stato il contributo di Ammendola segretario regionale FIOM Campania che ha parlato di “una cronaca di una morte annunciata. Da più di un anno c’è stato un rimpallo sulle responsabilità tra Regione Campania e Fincantieri, non vogliamo trattare sulla riconversione, sarebbe la fine, il cantiere non si tocca.” Anche Tonino Scala, responsabile enti locali SeL, cittadino stabiese ha analizzato la vicenda dando il suo contributo: “A Castellammare non serve l’esercito, serve una camicia di forza per chi afferma ciò. Chi difende il proprio posto di lavoro difende la città. La difesa dei livelli occupazionali non è criminalità, al contrario, la criminalità ci lucra sulla disoccupazione. Bisogna mettersi al lavoro, la regione rimetta subito in campo ciò che era stato già programmato nella precedente legislatura e poi cancellato: studio di fattibilità per il bacino costruzione e rientro nel pieno delle grandi opere di detta struttura”. Andrea Di Martino della presidenza nazionale Sel ha sottolineato l’importanza della vertenza non come fatto cittadino, ma come questione regionale e nazionale. Importante l’intervento di Salvatore Vozza: “Nessuna riconversione, sarebbe un mostrare il fianco e sarebbe la chiusura vera. Bisogna in questo momento mettere da parte le differenze e le responsabilità che valuteremo in altre sedi. Ora è il momento di tenere unite le forze politiche che all’unisono devono far diventare questa vicenda scevra da colori. Fincantieri diventi la vertenza di tutti”. Nella conclusione Arturo Scotto segretario regionale SeL ha recepito le istanze degli interventi affermando che la vicenda Fincantieri è una vertenza di Sel che vedrà il coinvolgimento di tutto il partito a livello nazionale a partire dal coordinatore nazionale Nichi Vendola, che è intervenuto sulla questione: "Bisogna chiedere con forza al Governo di anticipare la data dell´incontro, la riunione tra Governo, Fincantieri e sindacati si deve svolgere a Palazzo Chigi con la presenza del Presidente del Consiglio, di tutti i ministri interessati, a partire dal ministro Tremonti. E´ necessario anticipare l´incontro del 3 giugno e riunire subito i sindaci delle città italiane sedi di cantiere navale, assieme ai governatori di Liguria, Campania, Sicilia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Marche". COMUNICATO