A cura della Redazione
La protesta degli operai della Fincantieri contro il governo nazionale e regionale campano è arrivata a Pompei. Gli operai esasperati per la minaccia della perdita del lavoro, hanno occupato i binari delle Ferrovie del Stato per due ore. Successivamente i manifestanti, scortati dalla Polizia, si sono trasferiti davanti al Santuario della Madonna del Rosario, dove hanno urlato la loro rabbia. Slogan di lotta e di protesta. La manifestazione, guidata dalla Fiom, ha contato qualche centinaio di presenze. Uomini che avevano evidente sul volto la tensione di chi è pronto a tutto pur di difendere quel briciolo di speranza che è rimasto alle loro famiglie. “Saremo attenti a non far male alle persone ma le cose abbiamo intenzione di romperle tutte se non ci daranno ascolto”. Ha confidato uno dei manifestanti, con un evidente riferimento all’occupazione del Comune di Castellammare di Stabia, mentre in corteo con gli altri si trasferiva dalla stazione Fs al sagrato del Santuario di Pompei, dove i battenti sono stati chiusi per evitare interferenze con una cerimonia nuziale appena iniziata. Pompei, con il Santuario della Madonna del Rosario e gli Scavi archeologici, è diventata oramai una vetrina mediatica a disposizione delle comunità vesuviane. Meta obbligata per tutte le forme di proteste al fine di richiamare visibilità. Gli operai in lotta della Fincantieri perseguono una strategia collaudata nel tempo. Consiste nel portare la lotta nei punti nevralgici della regione con la speranza di costringere il ceto dirigente ad aprire un tavolo di negoziato sui tagli di personale deliberati. “Un altro giorno verremo ad occupare gli scavi archeologici”. Ha promesso uno dei manifestanti alla fine della protesta in piazza Bartolo Longo, quando, cioè, gli operai si sono allontanati, diretti alla ferrovia Circumvesuviana di Villa dei Misteri per il rientro alla sede di Castellammare di Stabia. Imponente il servizio d’ordine della polizia che non ha consentito forme estremistiche. Oltre agli uomini di stanza a Pompei, sono state impiegate nell’operazione di contenimento della manifestazione forze arrivate da Napoli. Tra le stesse sono state notate presenze in borghese per seguire da vicino i manifestanti. E’ il caso di ricordare che prima degli operai della Fincantieri la cittadinanza di Pompei ha accolto e solidarizzato, nel corso di quest’anno, con le “mamme vulcaniche” che protestavano contro le discariche nel parco del Vesuvio, e gli sfrattati dei Monti Lattari che sono arrivati in corteo a Pompei per difendere le loro case abusive dalla minaccia dell’abattimento. MARIO CARDONE