A cura della Redazione
Le elezioni per l’assemblea del Forum dei Giovani di Pompei è balzata prepotentemente all’onore della cronaca per il movimento politico che ha messo in campo. Francamente è stato enfatizzato forse un po´ troppo l’impegno (anche di non addetti ai lavori) rispetto alla portata della scadenza istituzionale. Bisogna anche dire che i ragazzi non si sono fatti scappare l’occasione per programmi propositivi in un clima di amicizia e correttezza che è di esempio al Palazzo. Tuttavia, una volta stigmatizzata l’attenzione eccessiva dell’apparato politico per un ceto della società civile che farebbe meglio a schivare certe logiche, che fino ad oggi hanno fatto più male che bene a Pompei, bisogna riconoscere che le elezioni previste per il 5 e 6 giugno stanno catturando attese superiori le aspettative ed animando passioni politiche impensate, che potranno solamente giovare. I ragazzi di Pompei sono attesi numerosi al voto che l’Assessorato alle politiche sociali di Ferdinando Uliano sta gestendo con equilibrio. Non mancano comunque le polemiche che attengono alle sedi elettorali che da una (presso il centro sociale Gaudium) sono passate in un secondo momento a tre (presso le scuole elementari di Tre Ponti e di Messigno). Gli organizzatori hanno difeso la loro opzione facendo presente che é più comodo far votare vicino casa. Inoltre, il parterre dei candidati (tre alla poltrona di presidente del Forum ed un centinaio a quella di consigliere dell’assemblea) giustifica l’attesa di un migliaio di votanti (su 5 mila aventi diritto). A parte le polemiche, che sono insorte proprio a causa dell’importanza che ha assunto la scadenza elettorale, bisogna considerare che i ragazzi si sono preparati a dovere, con programmi e depliant pubblicitari, dimostrando autonomia ed equilibrio rispetto ai cosiddetti grandi. Le sei liste di candidati appoggiano Antonio (una), Giovanni Maria (due) e Vincenzo (tre). I ragazzi hanno differenti formazioni politiche ma non fanno mistero che le loro alleanze (con i partecipanti alle liste) si sono formate sulle basi delle amicizie personali. “Mi sono esaltato nel vedere che sono diventato un riferimento per un certo numero di compagni”. Ha confessato Giovanni Maria. Vincenzo, che è il presidente della Giovane Italia di Pompei, ha assicurato di aver ben chiara la differenza tra i due impegni. A far sentire la voce dei ragazzi della periferia toccherà ad Antonio, che rispetto agli altri due contendenti, che sono stati già candidati alle amministrative, risprettivamente per Pd e PdL, rappresenta in un certo senso una risorsa fresca. MARIO CARDONE