A cura della Redazione
Il risultato più evidente, dopo il manifesto a firma del presidente del Consiglio comunale di Pompei, Ciro Serrapica, contro l’arcivescovo Carlo Liberati, è stato quello di ricompattare la maggioranza politica. Non è necessario ricorrere al manuale per sapere che quando si contrasta un avversario esterno si mettono da parte le controversie interne. Del resto gli argomenti affrontati da Serrapica trovano fondamento nelle convinzioni generali della popolazione di Pompei, largamente contraria al vertice della Chiesa locale. L’operazione del manifesto è capitata anche (forse casualmente, forse no) in un periodo in cui il sindaco Claudio D’Alessio ha pareggiato il conto di partita doppia nei confronti del gruppo consiliare “Comunità e Impegno” ,conferendo incarichi di natura amministrativa a due suoi componenti: il vice presidente del Consiglio, Alfredo Benincasa, ed il capogruppo Giuseppe Del Regno, a cui saranno assegnate deleghe sindacali riguardanti iniziative sulla sistemazione del mercato settimanale e sui rapporti con l’Ente Regione. Iniziativa politica del primo cittadino che ha rinsaldato i rapporti interni di maggioranza dopo qualche assenza di troppo nel Consiglio comunale convocato epr discutere sul bilancio di previsione. Resta ancora irrisolta (sebbene accantonata) la questione politica all’interno del Partito Democratico che non ha trovato soluzione (come era da prevedersi) da parte del vertice provinciale. Riguarda la doppia appartenenza di due consiglieri comunali, manco a dirlo proprio Del Regno e Benincasa. I due, da un lato, sono tesserati al Partito Democratico; dall’altro sono confluiti dopo le elezioni, insieme ad Allaria e Robetti, al gruppo consiliare “Comunità e Impegno” che sul territorio si muove come una vera e propria formazione politica locale. Nel Partito Democratico alcune componenti interne non condividono questa doppia appartenenza e si assentano dalle riunioni di direttivo cittadino dove la segreteria è gestita da Vincenzo Mazzetti, appartenente alla componente (prima per consensi congressuali) guidata da Carmine Lo Sapio. Nel frattempo alcuni dirigenti autorevoli del Pd, come lo stesso presidente Serrapica, hanno assunto autonomia politica svincolandosi dalla vita di partito. E’ in corso un tentativo di mediazione da parte di Bartolo Martire, ma alla fine pare necessario un nuovo congresso per far tornare tutti attorno allo stesso tavolo. MARIO CARDONE