A cura della Redazione
Tutta la popolazione di Pompei ha portato l’estremo saluto a Luigi Falanga, l’agente di polizia municipale amico della gente, nella camera ardente che è stata allestita presso la clinica Maria Rosaria dove l’assistente capo era stato trasportato d’urgenza dai colleghi, nell’estremo, e purtroppo inutile tentativo di salvargli la vita. Luigi é deceduto domenica sera a causa di un infarto durante il turno serale. E’ morto per causa di servizio. Aveva da poco concluso con successo un’operazione contro il commercio abusivo. Aveva rincorso un extracomunitario di origine senegalese che vendeva abusivamente cd contraffatti ed altra mercanzia sui marciapiedi di Pompei. La sua è stata una morte sul lavoro che merita considerazione e rispetto. Sarebbe ingeneroso attribuirne la colpa al senegalese inconsapevole, che semmai ha l’unico torto di non aver rispettato le regole (come capita ad altri), ma l’ambulante non aveva certo intenzione di fare del male a qualcuno. La disgrazia della perdita dell’assistente capo Falanga ha lasciato sgomenta la società civile ma specialmente il corpo dei vigili urbani di Pompei, a partire dal comandante Gaetano Petrocelli, che, al di là del rapporto professionale, gli era amico fraterno. Gigino Falanga, nonostante l’età (aveva 55 anni), aveva una notevole prestanza fisica: giocava ancora a calcio, per cui nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe bastata una corsa per farlo accasciare in quel modo orrendo. Sono state la fatalità e probabilmente le circostanze avverse a causargli il malore. “Quando ha detto di sentirsi male in un primo momento avevamo pensato ad uno scherzo”. Ha confessato Pasquale La Mura, un collega che si trovava con lui in macchina e che insieme ad Antonio Sorrentino, altro agente municipale che si trovava alla guida della macchina comunale di servizio con i colori bianco-azzurro, con la quale aveva concluso l’operazione di polizia che il Falanga, fino al momento fatale del malore, aveva commentato insieme ai compagni di servizio. I colleghi avranno sempre negli occhi la sua presenza rassicurante di vigile galantuomo in giro per la piazza nel controllo dell’ordine pubblico, seguito dall’immancabile Bobby, il cane mascotte dei vigili urbani (un randagio che aveva adottato) dal collare tricolore. MARIO CARDONE