A cura della Redazione
Dopo una breve parentesi di calma apparente, sul fronte della lotta contro la discarica del Parco Nazionale del Vesuvio, i comitati, vistO l´evolversi di una situazione poco tranquilla sul futuro della gestione e l´attuazione di un piano per lo smaltimeno dei rifiuti del Napoletano, promettono nuovamente battaglia. Gli obiettivi rimangono sempre gli stessi: la chiusura di Cava Sari e la bonifica dei territori inquinati. Ma la preozzupazione di una nuova crisi che possa nuovamente coinvolgere l´area partenopea, induce i comitati ad alzare la guardia nuovamente su livelli di allarme. A fronte di questa nuova esigenza, scaturita dopo la chiusura e il sequestro per gravi inadempienze, cattiva gestione ed infiltrazioni camorristiche dell´impianto di Chiaiano, e il non reperimento di un sito che possa accogliere i rifiuti prodotti nell´hinterland nord e della città di Napoli, aleggia la preoccupazione che Cava Sari, o almeno ciò che rimane ancora dello sversatotio oramai quasi al collasso, possa fungere da tappo all´ennesima esigenza. In più preoccupano le strategie della SAPNA, l´ente provinciale che gestisce l´impianto di tritovagliatura di Tufino e ora anche l´impianto di Cava Sari, che prevederebbero l´afflusso di materiale organico, classificato come "FOS", allo sversatorio del Vesuvio, incidendo ancor di più sulla drammatica situazione ambientale che già è palese nell´area protetta e nei pozzi della zona. In merito, i Comitati e le Mamme Vulcaniche, hanno indetto già da ieri una serie di incontri per pianificare nuove iniziative atte a riportare il popolo in strada. Stasera ci sarà una prima assemblea cittadina in Piazza Pace, a Boscoreale, a partire dalle ore 20.00. Il giorno 30 marzo, sempre con partenza da Piazza Pace a Boscoreale, è prevista una manifestazione antidiscariche. V. M.