A cura della Redazione
E’ scoppiata una violenta vertenza sindacale tra il sindaco di Pompei, la delegazione trattante del Comune da una parte e la rappresentanza sindacale unitaria dall’altra. Già dall’inizio di questo mese erano volate le prime scintille dopo la riunione del 3 marzo scorso. I sindacati hanno accusato l’amministrazione di centrosinistra che governa Pompei di aver disatteso gli impegni assunti in precedenza, riguardanti il fondo accessoriale, straordinari e quant’altro serve per erogare servizi primari ai cittadini ed ai visitatori. Entrare in conflitto con l’amministrazione equivale, per i rappresentanti sindacali delle tre sigle (Cgil, Cisl e Uil), a sospendere l’erogazione dei servizi nell’attesa di convocare i dipendenti del Comune al fine di concordare forme di lotta ed azioni legali a tutela di spettanze arretrate. Difatti sono state convocate per venerdì le assemblee che riguardano gli impiegati, i tecnici e gli operai del quinto e sesto settore, vale a dire il settore tecnico, la manutenzione stradale e delle scuole pubbliche e la raccolta solida urbana. Per sabato, nei quattro turni previsti dall’orario di servizio, sono stati convocati in assemblea gli agenti di polizia municipale mentre per lunedì prossimo è fissata l’assemblea generale di tutti i dipendenti comunali. Iniziativa che equivale a sospendere ad oltranza l’erogazione di importanti servizi comunali come la tutela dell’ordine pubblico e la manutenzione delle strade e degli edifici pubblici, compresi, probabilmente, gli interventi di urgenza. Il documento sottoscritto dalle Rsu dei comunali di Pompei denuncia un disavanzo nel fondo salariale di circa 20 mila euro. Deficit che sospende di fatto il progetto sicurezza, presentato al Prefetto di Napoli come soluzione eccellente per il controllo dell’ordine pubblico (micro criminalità, prostituzione, spaccio di sostanze stupefacenti ecc). Restano, inoltre, in piedi legittime rivendicazioni che arrivano da molti settori del Comune. Riguardano arretrati di straordinari non corrisposti per la Festa della Città e la manutenzione del cimitero. Si tratta di ricorrenze (una festosa, l’altra triste) che risalgono rispettivamente ai mesi di ottobre e di novembre 2010. Ora tutti i cittadini si rendono conto che procedere a vista senza avere un quadro economico preciso dei flussi di denaro necessari per far fronte alle legittime rivendicazioni delle maestranze significa assumere atteggiamenti irresponsabili che servono solo ad esasperare i rapporti con i lavoratori. Il risultato è nelle accuse formulate nel documento diramato dalla rappresentanza sindacale di tutti i lavoratori. MARIO CARDONE