A cura della Redazione
“Non ho mai pensato di candidarmi a sindaco di Napoli”. E’ la risposta del magistrato Raffaele Cantone a chi venerdì sera, a Pompei, gli ha chiesto di sciogliere la riserva. “Non c’è niente da sciogliere per il semplice motivo che una riserva io non l’ho mai avuta”. Ha risposto ai quesiti Cantone, che ha spiegato agli astanti di non avere la dote della mediazione, che è sempre utile in chi intende darsi alla politica. Ha dichiarato anche di non sentirsi preparato a svolgere il ruolo di sindaco di Napoli. Cantone preferisce, dunque, continuare ad esercitare una professione che a quanto pare gli riesce bene: quella di magistrato dello Stato italiano al servizio della legalità e contro la criminalità organizzata. C’è stata, nel corso della sua conferenza, una folla di gente che é straripata ben oltre l’aula del consiglio comunale di Palazzo De Fusco, venerdì sera a Pompei. Il magistrato Raffaele Cantone ha prima risposto alle domande del moderatore di turno sul suo libro “I Gattopardi”. Successivamente, si è intrattenuto sui quesiti di vario genere che gli sono stati sottoposti dai numerosi intervenuti, tra i quali molti giovani provenienti dai paesi limitrofi come Torre Annunziata. Raffale Cantone si è detto tutto sommato ottimista, grazie agli arresti eccellenti dell’ultimo periodo. “Arresti - ha precisato - che sono il frutto dell’impegno delle forze dell’ordine (pubblica sicurezza e carabinieri) e non certo dei ministri che se ne vantano in televisione”. Si è intrattenuto sull’attività, spesso ignorata, dei fiancheggiatori delle varie mafie che s’infiltrano in politica e tra i colletti bianchi (burocrazia, finanza e ceto imprenditoriale) per facilitare l’ascesa sociale dei maggiori esponenti della delinquenza organizzata, che una volta fatti i soldi con la droga, la spazzatura, il traffico delle armi e quello degli esseri umani, amano partecipare alle scalate sociali e spesso, come si è verificato negli ultimi anni, riescono a rappresentare i vertici delle istituzioni. MARIO CARDONE