A cura della Redazione
Il consiglio comunale di oggi non ha all’ordine del giorno la variante al piano regolatore, collegata al progetto di ampliamento e ristrutturazione della società Superplastic. Il ritardo della presentazione della delibera ha suscitato legittime istanze di chiarimento nell’ultima riunione dei capIgruppo, senza sortire risultati tangibili ma solo l’imbarazzo del presidente Serrapica che sapeva, o non si sentiva autorizzato a fornire spiegazioni. Nella stessa riunione c’è stato anche l’intervento deciso del presidente della seconda commissione (Urbanistica), Domenico Mancino: ”Non ci voglio fare una brutta figura”. Ha precisato uno dei politici più vicini a D’Alessio, rivolto agli astanti. Il riferimento é alla citata vicenda, che merita di essere chiarita sia per la natura del ritardo, che pare collegato a tempi e modalità operative, che per la portata politica dell’iniziativa, prima nel suo genere in sei anni di amministrazione targati D’Alessio. Lo stesso assessore all’urbanistica Tortora che precedentemente aveva fornito ampie assicurazioni, adesso ha dovuto ripiegare ed ammettere di non essere a conoscenza delle problematiche del ritardo. Gira e rigira la patata é arrivato sul tavolo del dirigente del settore, Nunziata, che ha assicurato tempi brevi per quanto riguarda il lavoro preparatorio del suo ufficio. “A quel punto compete al sindaco D’Alessio la decisione finale”. Ha chiarito con un sospiro di sollievo senza però scendere, neanche lui, nel merito degli “interventi” richiesti ai suoi collaboratori. A questo punto è chiaro a tutti che c’è un problema d’informazione dell’opinione pubblica che riguarda Palazzo De Fusco, nonostante le risorse a disposizione ed i numerosi convegni incentrati sulla comunicazione Alla fine una delibera amministrativa che ha sospeso il suo iter deliberativo nel corso di un consiglio comunale a causa del contrasto (formulato in un intervento scritto) di un consigliere d’opposizione (Arpaia) ritorna in istruttoria all’ufficio tecnico mentre gli attori e le parti in causa restano all’oscuro del motivo. MARIO CARDONE